Terapie intensive, un piano della Regione sui nuovi posti. Costa: "Ora meno pressione sui reparti"
L'attivazione di 416 nuovi posti letto di terapia intensiva entro il 30 novembre. È il piano presentato alla commissione Sanità dell'Ars dall'assessore Razza il 4 novembre scorso, ossia lo stesso giorno in cui il dirigente Mario La Rocca invia ai manager quell'audio che ieri ha scatenato la bufera, con la decisione di Roma di inviare già la prossima settimana gli ispettori in Sicilia. Come riporta un articolo sul Giornale di Sicilia, il piano era da realizzarsi in due step con una scadenza intermedia al 15 novembre. Pochi giorni dopo la presentazione del piano in Assemblea, il 7 novembre, visto l’aumento dei contagi nell’Isola, il governatore Nello Musumeci e l’assessore convocano i dirigenti generali delle Asp siciliane a Catania nella sede della Regione per una riunione operativa. In quell'occasione i dirigenti sarebbero stati invitati a «scendere in campo» e lavorare duramente per raggiungere i risultati prefissati e la conseguente decisione di accelerare gli interventi per riuscire a raggiungere prima del 30 novembre i numeri previsti. Numeri che Razza adesso è sicuro di avere raggiunto. «Ho chiesto al ministero di verificare al più presto», ha detto ieri Razza, «rispetto ai dati che bisognava raggiungere il 30 novembre siamo in anticipo su quei numeri», ha assicurato Razza. Intanto, a gettare acqua sul fuoco interviene anche Renato Costa, il commissario per l’emergenza Covid a Palermo: «Da cinque, sei giorni stiamo notando a Palermo che la pressione sui reparti ospedalieri va diminuendo e ciò in linea con la stabilizzazione della curva epidemiologica. A confermare quello che dico è che ieri, per la seconda volta, il dato dei ricoveri in terapia intensiva nella Regione aveva saldo zero ed è anche diminuito il numero dei ricoveri in regime ordinario». «Oggi a Palermo abbiamo una sessantina di pazienti ricoverati in terapia intensiva con una quarantina di posti liberi. Abbiamo ragione di poter sperare che sia per l’andamento naturale della curva, che per le restrizioni, per il grande numero di screening che stiamo portando avanti - aggiunge - riusciamo a intravedere un miglioramento della situazione generale, ciò non significa che abbassiamo la tensione. Credo che è questo il momento in cui tutti dovremmo essere spinti da un comune desiderio, cioè quello di superare tutti assieme questo momento difficile e di posticipare le polemiche e le lotte politiche». E sull'audio di Mario La Rocca finito nel vortice delle polemiche: «Analizzando la telefonata si sente una persona in quel momento si trovava a casa in malattia, colpito anche lui dal Covid, che stava redarguendo i direttori generali richiamandoli alle proprie responsabilità e invitandoli ad accelerare l’apertura di posti letto, non certo ad inventarsi i numeri, ma semplicemente per seguire con attenzione l'evoluzione dell’ondata epidemica che in quella fase particolare spingeva numerosi pazienti sui nostri pronto soccorso della Regione e anche su Palermo». «In quei giorni eravamo tutti allarmati - sottolinea Costa - sulla necessità di avere il maggior numero di posti letto Covid disponibili nel minor tempo possibile. Purtroppo, in tanti all’interno degli ospedali, così come ha detto ieri La Rocca, hanno opposto resistenza al nostro richiamo sulla trasformazione di reparti da ordinari a degenza Covid. Più volte abbiamo richiamato i direttori generali a pressare affinché il processo di trasformazione avvenisse nel più breve tempo possibile a tutela di tutti. Speculare su questo aspetto, facendo intendere che i posti non erano esistenti è scorretto, perché una volta che sono inseriti in piattaforma Gecos sono a disposizione dei pronto soccorso», conclude Costa.