"Io non ho fatto nessuna marcia, quindi non debbo fare retromarcia. Io mi sto solo dotando, se il Parlamento siciliano lo consentirà, di una prerogativa che esiste già nella provincia autonoma di Bolzano. La situazione epidemiologica della Sicilia è diversa da altri territori. Se in Germania il comitato scientifico ha ritenuto di chiudere tutto avrà avuto i suoi buoni motivi, io non escludo che anche la Sicilia possa seguire la stessa sorte della Francia e della Germania, ma in questo momento siamo in una situazione di emergenza ma non come nelle regioni del nord. Forse ci arriveremo, ma noi ci stiamo preparando al peggio. Stiamo guardando al peggio per trovarci preparati. Sappiamo benissimo che andiamo verso la chiusura totale. È inutile essere ipocriti ed è inutile fingere di non capirlo. Tutti vorremmo scongiurare questa ipotesi ma tutti sappiamo che appare sempre più ineluttabile".
Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha poi snocciolato alcuni dati, annunciando di essere pronto ad istituire "2.500 posti letto per gli ospedalizzati e il 20% per la terapia intensiva e sub-intensiva. Ci siamo attrezzati non solo con i tamponi salivari ma stiamo approntando uno screening nei pronto soccorso, e che ci consentirà subito di individuare i positivi evitando che si determinano dei cluster".
"La gente non dovrebbe andare nei pronto soccorso, deve rivolgersi ai servizi dell’Asp, serve maggiore collaborazione anche del sistema della medicina di base. Nel Mezzogiorno d’Italia c'è l’idea che l’assistenza che offre un ospedale sia migliore di quella che offre qualunque soggetto come il medico di base. Gli accessi impropri affollano i pronto soccorso. Ogni regione è diversa dalle altre, in termini di contagio e di abitudini. Sappiamo benissimo che andiamo verso la chiusura totale, inutile essere ipocriti, appare ineluttabile. Anche se non finisco di dire che il 23 ottobre la chiusura dei ristoranti alle 18 mi è sembrato un non senso in una regione come la Sicilia dove si va a cenare alle 21. Sembra un colpo generalizzato che ha massacrato categorie di lavoro".
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