Il comitato di redazione del Giornale di Sicilia ha proclamato due giorni di sciopero. Di seguito il comunicato del Cdr e la risposta degli editori.
Mercoledì e giovedì il Giornale di Sicilia non sarà nelle edicole per uno sciopero proclamato dal Comitato di redazione. Una decisione difficile, ma inevitabile. Da settimane siamo impegnati in un duro braccio di ferro con l'azienda che ha presentato un piano che porta gli esuberi di personale a 17 su un organico di 34. Una decisione terribile, un atto di macelleria sociale, non giustificabile nemmeno in questo momento di crisi.
Solo la Ses, controllata dalla fondazione Bonino Pulejo, che ha acquistato il pacchetto di maggioranza del quotidiano palermitano tre anni fa, chiede sacrifici così imponenti e inaccettabili. Rifiutando ogni soluzione alternativa: piani di prepensionamento, esodi incentivati, trasferimento alla redazione del sito internet inspiegabilmente ancora affidato a un service esterno, in controtendenza con tutti gli altri giornali italiani e siciliani.
Chiusa con un nulla di fatto la consultazione sindacale in sede nazionale, si sperava ancora in un margine di trattativa. Ma la società ha scelto di andare avanti e ha presentato alla Regione la richiesta per il riconoscimento dello stato di crisi. Un ulteriore passo verso l'espulsione di 17 giornalisti, 17 padri di famiglia che ogni giorno contribuiscono con i loro sacrifici e la loro professionalità a elaborare un quotidiano con una storia lunga e gloriosa. Fermare questo treno impazzito è possibile anche grazie ai sostegni in arrivo dal governo nazionale e da quello regionale. Faremo sentire le nostre ragioni ovunque sia necessario, pur rimanendo sempre disponibili a riprendere il filo del dialogo purché su basi che non compromettano la sopravvivenza del giornale e delle nostre famiglie.
Il Comitato di redazione
Patrizia Abbate
Giancarlo Macaluso
Giacinto Pipitone
Gero Tedesco
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Lo sciopero proclamato dal Cdr del Giornale di Sicilia arriva a fronte di una regolare procedura seguita dall’azienda e abbondantemente preannunciata, visto il mancato accordo in sede sindacale. Ne prendiamo atto.
Di certo questa azienda, a differenza del sindacato, aveva aperto a significativi passi in avanti e cercato un'intesa, esprimendo la disponibilità a prendere impegni precisi che avrebbero ridotto gli esuberi previsti, dagli incentivi all’esodo al sito internet. Il sindacato ha invece chiesto di fare affidamento ad aiuti e sostegni pubblici che ad oggi non sono certi e concreti ma solo ipotizzati. Non intendiamo interrompere la disponibilità al dialogo e al Cdr è stata offerta la possibilità di un ulteriore confronto anche prima del prossimo incontro chiesto all’assessorato regionale al Lavoro. Dove purtroppo e inevitabilmente si dovrà ripartire da zero.
Ma non si possono certo interrompere procedure i cui tempi sono, come tutti sanno, scanditi in maniera specifica dalle norme esistenti e non da volontà soggettive e di parte. Non è corretto infine dire che solo la Ses chiede sacrifici ai propri dipendenti. Basta guardarsi attorno per scoprire quanti giornali hanno chiuso negli ultimi anni e quanti altri attualmente versano in condizioni perfino peggiori della nostra, in una crisi di comparto ormai ultradecennale, non certo addebitabile agli editori. L’obiettivo principale rimane uno: garantire il futuro del Giornale di Sicilia, a tutela della sua storia, dei suoi lettori e dei suoi stessi dipendenti. Ed è quello che intendiamo perseguire.
Gli editori del Giornale di Sicilia
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