Nell'anno del Coronavirus la scuola prova a ripartire. In Sicilia lo fa tra mille ostacoli e preoccupazioni, dalle positività fra i docenti alla carenza di aule. L’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla, come scrive Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola, ha sul tavolo da venerdì sera il bilancio finale dei test sierologici che docenti e personale tecnico amministrativo è stato invitato a fare prima dell’avvio delle elezioni. "Si è sottoposto al test solo il 20/30% della platea. Si tratta di circa ventimila persone. E fra queste sono emersi circa 150 casi di positività - è l'allarmante bilancio annunciato dall'assessore -. Si tratta di persone che ora dovranno essere sottoposte anche al tampone. E che resteranno ferme fino a quando non risulteranno negative a due tamponi consecutivi". A creare preoccupazione è anche il fatto che la maggior parte dei docenti entrerà in classe senza un controllo preventivo. A questa emergenza si aggiunge anche quella delle aule che oggi indica che ne mancano 270. Una parte arriverà grazie alle sedi che verranno cedute soprattutto da parrocchie, scuole paritarie o privati. Per circa 120 aule, invece, i presidi dovranno decidere se allargare il numero di alunni per classe con obbligo della mascherina, se ricorrere alla didattica a distanza o se tentare la strada dei doppi turni.