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Lutto nel mondo della cultura, è morto lo storico dell'arte Philippe Daverio

È morto questa notte all’istituto dei Tumori di Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah.

"Amico mio ....il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina", ha scritto Shammah su Instagram.

Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 71 anni. "Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte" ha detto Shammah all’Ansa.

Padre italiano, Napoleone Daverio, costruttore, e madre alsaziana, Aurelia Hauss, Philippe Daverio era il quarto di sei figli. Dopo gli studi in collegio, dove ricevette un’educazione ottocentesca, frequentò prima la Scuola Europea di Varese per poi studiare economia e commercio, senza laurearsi (non scrisse la tesi finale pur superando tutti gli esami), alla Bocconi di Milano.

Nel 1975 aprì la “Galleria Philippe Daverio”, in via Montenapoleone 6 a Milano, dove si occupò prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 fu aperta a New York la “Philippe Daverio Gallery” rivolta all’arte del XX secolo, mentre nel 1989 inaugurò a Milano in corso Italia 49 una seconda galleria di arte contemporanea.

Nel 1999 fu inviato speciale della trasmissione Art’è su Rai 3 e nel 2000 autore e conduttore di Art.tù. Dal 2002 al 2012 uscì la serie Passepartout su Rai 3, programma d’arte e cultura, seguito poi da Il Capitale. Nel 2010 è stato designato dal sindaco di Palermo come consulente per la Festa di Santa Rosalia. Nel 2011, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, fondò il movimento d’opinione Save Italy. Nel 2011 per Rai 5 condusse Emporio Daverio, una proposta di invito al viaggio attraverso l’Italia.

Ultimamente è stato al centro di una polemica dopo la trasmissione il Borgo dei Borghi. Daverio proferì alcune frasi contro i siciliani e si schierò contro la scelta di assegnare il premio finale al Borgo che gli aveva dato la cittadinanza onoraria.

L'ULTIMO LIBRO. Il 23 luglio era uscita la sua ultima fatica, il "Racconto dell'arte occidentale. Dai greci alla Pop Art".
A Daverio, che è stato anche membro del Cda della Scala e a lungo giurato del premio Campiello, lo scorso giugno era stato assegnato anche il premio Chiara alla carriera "per il suo multiforme contributo alla valorizzazione dell'arte e del bello - si legge nella motivazione - , che sa raccontare al grande pubblico con tono semplice e nello stesso tempo rigorosamente scientifico, unitamente alla sua attività di gallerista, curatore e critico d'arte".

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