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L'autopsia su Viviana: "Omicidio o suicidio? Non escludiamo nulla". Gioele non si trova

Viviana Parisi, 43 anni, e il figlio di 4 anni

È stata eseguita oggi l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi. Cominciata dopo le 18 nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina, ha visto la partecipazione anche di un entomologo forense, Stefano Vanin, che è un esperto dei cicli vitali degli insetti: l’obiettivo è capire data e orario della morte. I periti nominati dal magistrato, comprese la professoressa Elena Ventura Spagnolo e la dottoressa Daniela Sapienza, consegneranno la loro relazione entro 60 giorni, ma una prima anticipazione degli esiti potrebbe arrivare già nella notte o domani mattina.

Presente all’autopsia anche una consulente di parte, la dottoressa Pina Certo, nominata dal marito della vittima, Daniele Mondello, che nell’inchiesta è parte lesa ed è assistito da due legali, gli avvocati Pietro Venuti e Claudio Mondello.

La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e sequestro di persona, ma senza indagati. Per il procuratore Angelo Cavallo tutte le piste sono aperte e non ci sono al momento ipotesi privilegiate.

«Non è stata risolutiva l’autopsia sulla dj Viviana Parisi per chiarire con certezza la causa della sua morte. Lo ha detto l’avvocato Pietro Venuti legale del marito della vittima dopo avere parlato con i periti e la consulente di parte. «Sono emerse delle fratture su più parti del corpo - ha detto - e che il corpo era in avanzato stato di decomposizione, ma serviranno altri esami per capire cosa sia successo».

«Al momento non possiamo escludere nulla, perché le lesività sul corpo che abbiamo rilevato possono essere compatibili con tutte le ipotesi possibili - lo ha detto la professoressa Elena Ventura Spagnolo perito della Procura di Patti che ha eseguito l’autopsia sulla dj -. Abbiamo dei dati che vanno studiati e attenzionati. Lavoreremo ad esclusione fino ad accertare con certezza la causa e l’epoca della morte».

«Non so niente su questa vicenda ciò che ho letto non corrisponde a verità non ho mai detto che per me l’hanno uccisa, spero che trovino presto mio nipote Gioele». A dirlo Luigino Parisi, padre della dj Viviana, che è all’ospedale Papardo di Messina dove si sta svolgendo l’autopsia sul corpo della figlia. «Lei era una ragazza d’oro - aggiunge - e avevamo un rapporto bellissimo, come con gli altri figli. Il coronavirus l’ha turbata ci sentivamo tutti i giorni con la videochiamata voleva venire a Torino, ma le ho detto vengo a settembre io in Sicilia, prima no perché soffro il caldo». «Lei l'ho sentita il giorno prima che scomparisse - ricorda il padre della donna - aveva acquistato un materassino per il bambino ed era andata al distributore per farlo gonfiare. Non so cosa possa essere successo, ognuno di noi reagisce diversamente». Sull'attività degli investigatori dice: «Non giudico il lavoro dei altri sono loro stessi che devono giudicarsi». «Ormai - sottolinea - purtroppo Viviana è lì morta spero che Gioele venga ritrovato. Lei voleva troppo bene al suo bambino non se ne separava mai, era gelosa. Una volta è andata in Sardegna e l’ha lasciato a me: mi chiamava continuamente per sapere come stava. Daniele - chiosa parlando del genero - è anche una persona speciale e so che erano molto uniti».

«La signora aveva dei problemi», ha sottolineato l’avvocato Venuti, senza però entrare nello specifico. «Anche il marito - ha aggiunto il penalista - vuole sapere la verità come tutti. Lui è distrutto dalla vicenda: ha perso la moglie e suo figlio non è stato ancora trovato. Gli interrogativi sono tanti, ma noi abbiamo fiducia nella magistratura». Il suocero della dj, Letterio Mondello, ha confermato che «da quando c'è stato questo maledetto virus, Viviana era molto turbata», tanto che «è stata anche ricoverata», ma «era dolcissima, brava e non lasciava mai il bambino». «Non ho paura che mio figlio Daniele venga coinvolto nelle indagini - ha detto - perché non ha fatto niente. È una bravissima persona, e ora sta malissimo. Io ho un’idea di questa vicenda, ma non dico niente». Ma ha un’amaro presentimento sul nipote: «Se spero di rivederlo vivo? No, io penso di no dopo tanti giorni...».

Intanto il procuratore Cavallo ha lanciato un appello: «Chiunque abbia visto qualcosa utile alle indagini parli». Due, in particolare, i destinatari del messaggio: le persone che hanno riferito di avere visto una donna con un bambino scavalcare il guard rail. «Hanno fatto un’opera meritoria a fermarsi, per vedere se qualcuno avesse bisogno di essere soccorso - ha sottolineato il pm - adesso parlino con noi perché è una testimonianza importante per chiarire se Gioele era con la madre o no». Perché la vicenda è ancora un giallo, con tre ipotesi principali: omicidio, suicidio o incidente. Tutte piste seguite dalla Procura che ha delegato le indagini alla squadra mobile di Messina. Anche quella per cercare di capire se qualcuno abbia seguito la donna da Sant'Agata di Militello in poi. Per questo la polizia sta visionando tutte le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza del paese del litorale Tirrenico del Messinese.

Ma fin'ora con risultati non proprio confortanti. Si cercano anche particolari che potrebbero essere sfuggiti sentendo e risentendo testimoni, familiari, amici e conoscenti. Alla ricerca di un elemento che possa dare una svolta all’inchiesta e, soprattutto, per riuscire a trovare Gioele.

Sulle ricerche del bambino ambienti giudiziari ritengono "ingenerose le dichiarazioni dei familiari» su presunti ritardi o inattività, poiché, sottolineano, «sono state avviate da subito, ma viste le condizioni del terreno, la boscaglia fitta e la presenza di animali è stata complicata l’ispezione anche se avvenuta con i droni o con i cani». Secondo i soccorritori il terreno è stato diviso in zone quindi soltanto per casualità non è stata trovata subito. Ricerche che ancora continuano.

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