Impossibile fare i tamponi a tutti i migranti, Razza: "Nuove regole, ma sulla somala incinta errore del Civico"
Impossibile fare il tampone a tutti i migranti che sbarcano. E l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, in un articolo di Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola, lancia l'allarme chiedendo al governo nazionale un nuovo sistema di gestione, soprattutto dell'hotspot di Lampedusa. Emblematico il caso della migrante somala incinta ricoverata a Palermo perchè positiva al Coronavirus. Il tampone è stato effettuato solo in un secondo momento, cosa che ha irritato lo stesso Razza che ha chiesto una relazione alla direzione dell’ospedale Civico dove la donna era stata trasportata. Secondo l’assessore potrebbe essere stato violato il protocollo anti-Covid, ma non secondo l'ospedale anche perché la giovane migrante era stata sottoposta al test sierologico rapido ed era stata fatta partire solo dopo che l’esame aveva dato l’esito negativo. Ma i test sierologici non sostituiscono il tampone che finora è l’unico strumento in grado di assicurare se l’infezione da Sars-Cov-2 è in corso all’interno del corpo umano. Ed ecco la questione: a Lampedusa sarebbe necessario eseguire i tamponi per chi scende dalle navi ma «per realizzarli bisogna fare prima la segnalazione fotografica e spesso le forze dell’ordine non sono nelle condizioni di portare a termine l’operazione per l’elevato numero di persone che scende a terra e per i tempi a disposizione. Se arrivano mille migranti – spiega ancora Razza - non si riesce a identificarli tutti prima del trasferimento e così è impossibile sottoporli al tampone. È necessario trovare con il Ministero dell’Interno un nuovo sistema per la gestione dell’hotspot di Lampedusa: la Regione non ha intenzione di entrare all’interno di competenze esclusive dello Stato ma se a noi viene chiesto di fornire test, professionalità e attrezzature, allora pretendiamo reciprocità».