Torture, spaccio, violenza nella caserma degli orrori. C'è anche la storia di un pestaggio a un nero tra gli scandali che hanno coinvolto alcuni carabinieri a Piacenza. E sono complessivamente quattro i siciliani coinvolti, tra cui il comandante Marco Orlando, maresciallo maggiore originario di Petralia Sottana, finito agli arresti domiciliari
Tra i nomi dei militari finiti nell’inchiesta, come scrive Giuseppe Spallino sul Giornale di Sicilia in edicola, ci sono anche Marco Marra (finanziere con l’obbligo di firma, accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio) e Salvatore Cappellano (appuntato dei carabinieri finito in carcere), entrambi originari di Catania. Marra (classe 1989) è finanziere in forza al Nucleo cinofilo di Piacenza, mentre Cappellano (classe 1983) è appuntato scelto nella caserma Levante. A loro si aggiunge il carabiniere Daniele Spagnolo (classe 1990), nato a Salemi, nel Trapanese, finito in carcere.
Dalle carte del gip di Piacenza, Luca Milani, emergono episodi di violenza, spaccio, ma anche un’orgia in caserma. In una intercettazione Giuseppe Montella, uno dei carabinieri arrestati, raccontava le sue 'gesta' al figlio undicenne: "Ieri mi sono fatto male... ho preso un piccolo strappo... perché ho corso dietro a un negro". Il figlio poi gli chiedeva: "L'hai preso poi? Gliele avete date? Chi eravate? Chi l'ha picchiato?". "Eh, un po' tutti", è la risposta dell'appuntato che, come per vantarsi, precisava che anche i suoi colleghi avevano picchiato lo straniero.
Il procuratore Grazia Pradella, intanto, preferisce non parlare, vista la delicatezza del momento, ma negli ambienti investigativi è palpabile la certezza che di lavoro da fare, a livello di indagine, ce n'è ancora un'enormità. A cominciare dalle tante persone informate sui fatti, soprattutto colleghi degli arrestati, che verranno sentiti nelle prossime settimane.
Sul fronte giudiziario c'è attesa per gli interrogatori di garanzia che si terranno tra oggi e sabato in carcere, dove i carabinieri sono attualmente detenuti in isolamento, tranne il maresciallo comandante della stazione che è agli arresti domiciliari. Vista la mole di accuse a loro carico, è prevedibile che le tempistiche degli incontri con il gip siano lunghe. Altrettanto ipotizzabile è che per il momento alcuni possano avvalersi della facoltà di non rispondere.
Parallelamente all'inchiesta cardine (partita dalla segnalazione dell'ex comandante del nucleo investigativo Rocco Papaleo, in una segnalazione fatta alla polizia municipale) si sono aggiunte quella della Procura Militare di Verona, competente su Piacenza, che come riferito dal procuratore Stanislao Saeli ha già "ravvisato gli estremi per reati militari", e quella interna alla stessa Arma della quale ha parlato ieri il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, "per accertare se vi sono stati elementi di criticità nei controlli e più complessivamente nell'organizzazione della realtà territoriale di Piacenza. Un lavoro che verrà fatto in maniera molto esigente e molto scrupolosa. Voglio che non vi sia alcuno spazio di ambiguità e di sospetto che possa alimentare, anche minimamente, da parte dei cittadini sfiducia verso l'Arma dei Carabinieri".
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