Sabato 28 Dicembre 2024

Coronavirus, isolati i "super anticorpi": svolta per farmaci e vaccini

Nuove prospettive di cura per il coronavirus. Un team di ricercatori ha infatti isolato i "super anticorpi" che ad ora mostrano di essere i più efficaci contro il nuovo Covid fra tutti quelli isolati dai pazienti risultati positivi. Gli anticorpi, utili per nuovi farmaci e vaccini, sono stati identificati alla Columbia University di New York e i risultati pubblicati sulla rivista Nature. La scoperta potrebbe permette la produzione su larga scala e dare una spinta alla ricerca di nuovi farmaci e vaccini. Buone speranze provengono dai test finora condotti sugli animali, ma i dati definitivi potranno arrivare dai test sull'uomo. "Abbiamo un insieme di anticorpi molto più potenti e diversificati rispetto a quelli trovati finora e sono pronti per essere trasformati in terapie", ha detto il coordinatore della ricerca sui super anticorpi anti Covid-19, David Ho, uno dei protagonisti internazionali della ricerca sull'Aids, che oggi lavora alla Columbia University ed è direttore scientifico del Centro Aaron Diamond per la ricerca sull'Aids. I super anticorpi sono stati sperimentati finora nei criceti, nei quali hanno dimostrato sia di neutralizzare il nuovo coronavirus, sia di dare una protezione. Adesso, scrivono i ricercatori, si stanno pianificando i test su altri animali e sull'uomo. Si tratta di anticorpi diversi sia da quelli contenuti nel siero dei convalescenti, sia da quelli sintetici, progettati sulla base delle sequenze genetiche. I super-anticorpi descritti su Nature sono stati prelevati da malati di Covid-19 e, secondo i ricercatori, potrebbero essere utili per arginare la pandemia in attesa che siano disponibili i farmaci e i vaccini anti Covid-19 attualmente in via di sperimentazione. Potrebbero inoltre essere disponibili in tempi rapidi, considerando che l'iter che autorizza l'uso clinico di queste sostanze è più breve rispetto a quello necessario per i farmaci tradizionali. A distinguere gli anticorpi prelevati nei malati da quelli dei convalescenti è il fatto che i secondi sono il risultato di una risposta immunitaria diversa in ogni individuo; di conseguenza possono avere effetti diversi in pazienti diversi.

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