Assolti perchè «il fatto contestato non era previsto dalla Legge come reato». E’ terminato così il procedimento «Do ut des», uno dei processi per corruzione più importanti tra quelli avviati sugli appalti nel post-terremoto. Tra gli accusati c'erano, tra gli altri, gli ex assessori Roberto Riga, Pierluigi Tancredi e Vladimiro Placidi, l’ex cerimoniera del Comune Daniela Sibilla e l’imprenditore titolare della società Steda, Daniele Lago, e Fabrizio Menestò, direttore dei lavori. Il caso esplose nel 2014 con una indagine iniziata due anni prima con delle clamorose misure cautelari domiciliari. Si ipotizzava un sistema corruttivo con due palazzi del centro storico dove si dovevano assegnare dei lavori di messa in sicurezza (puntellamenti) per cui si sarebbero consumati i favori che intrecciano politica e imprese. Si tratta di Palazzo Carli e di un altro edificio di via Accursio. L’inutilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche e il passaggio del fascicolo nella mani di ben otto giudici del Tribunale nel giro di cinque anni, hanno ridotto una delle più controverse inchieste del post sisma, in una severa condanna per l’accusa. Bisognerà attendere 90 giorni per conoscere i motivi che hanno indotto il Tribunale dell’Aquila, riunito in sede collegiale, ad emettere sentenza assolutoria per tutti compresa la stessa società accusata di illecito amministrativo. AGI