Riflettori accesi sui nuovi focolai e su un trend di crescita costante dei contagi, nonostante siano stati effettuati meno tamponi nelle ultime 24 ore. Dati che però non mettono eccessivamente in allarme gli scienziati: i focolai sono piccoli, contenuti e soprattutto si tratta di casi importati da Paesi dove l'epidemia non è sotto controllo come in Italia. Cluster - dicono - accesi da comportamenti imprudenti e che nulla hanno a che fare con la reale presenza del virus nella Penisola. Occhi puntati ora non più solo su la Lombardia e Veneto: preoccupano i cluster in Emilia Romagna e Toscana mentre soltanto in cinque regioni non si registrano nuovi malati. Ma i virologi concordano sulla natura dei nuovi contagi. "Nei mesi scorsi in Veneto c'erano 112 focolai, ora sono pochissimi e buona parte arriva dall'estero. I dati parlano chiaro, la pandemia sta scemando, le terapie intensive si stanno svuotando. Se si accendono nuovi focolai la causa è da cercare nella difficoltà delle persone di valutare il rischio, nel rilassamento dei freni inibitori dopo mesi di paura", afferma il past president della Società europea di virologia e professore emerito a Padova Giorgio Palù. Il quale individua nel "comportamento impulsivo", non attento durante gli spostamenti fra Paesi il motivo che ha portato ai nuovi contagi. E fa riferimento alle badanti rientrate in Veneto dalla Bosnia e risultate positive, oltre che al caso eclatante dell'imprenditore vicentino tornato da una trasferta di lavoro in Serbia e, nonostante i sintomi e il tampone positivo, si è rifiutato non solo di essere ricoverato in ospedale, ma anche di osservare il periodo di isolamento domiciliare, continuando ad avere incontri e a partecipare a cerimonie. "Il virus circola in Italia, ma è in decremento, la pandemia sta scemando da noi e anche in Europa - spiega Palù - la curva si sta estinguendo perchè la Sars-Cov2 trova meno possibilità di contagio. Forse non è destinato a sparire come Sars e MerS, potrebbe rimanere tra di noi, magari adattandosi e diventando meno pericoloso. L'attenzione adesso è fondamentale, meno virus circola, meno gravi sono le conseguenze per chi resta contagiato. Lo dimostra anche la Lombardia, dove i focolai sono più piccoli e i sintomi di minore importanza clinica". Ottimista pure Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano: "Il virus continua a diffondersi, ma abbiamo acquisito la capacità di tracciamento. Sappiamo come contenerlo. Non ci devono essere intemperanze da parte delle persone, se continuiamo così lo terremo a bada anche in autunno". E fa l'esempio delle mascherine in spiaggia: "Credo che nessuno voglia la moda della tintarella con una striscia bianca sul volto, sotto l'ombrellone si può stare senza mascherina ma l'intemperanza non deve esserci, come nel caso dell'imprenditore veneto". E continua: "Non possiamo ancora dire che con il virus ci sia una felice convivenza, ma se le precauzioni restano, allora si può parlare di vigile convivenza". Anche il direttore del reparto di Malattie infettive dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine Carlo Tascini sottolinea che buona parte dei cluster in corso, come per esempio nel Lazio, sono da collegare ai viaggi: "E' un fatto positivo che vengano da fuori, da noi la circolazione del virus è minore. Ci vuole senso civico, dobbiamo porre attenzione a chi rientra dall'estero". E conclude: "I focolai italiani sono limitati. Anche in Lombardia, i positivi lo erano già da tempo".