Blitz contro la mafia seguendo l'asse Sicilia-Germania. Una maxi operazione è stata condotta all'alba dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Enna.
Complessivamente sono 46 le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Caltanissetta su richiesta della locale procura distrettuale a Barrafranca, Pietraperzia, Catania, Palermo e Wolfsburg: 45 sono state eseguite in Italia, una invece in Germania. Tra i destinatati dell’ordinanza di custodia cautelare c'è una minorenne all'epoca dei fatti finita in carcere insieme ad altre 35 persone. Le persone coinvolte nel blitz sono accusate di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, estorsioni, corruzione aggravata dall'aver favorito l'associazione mafiosa e detenzioni di armi da fuoco.
Inoltre, è scattato un sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro.
Gli inquirenti hanno svelato un sistema che consisteva in fiumi di cocaina, marijuana e cemento in grado di alimentare le casse della mafia ennese. Un sistema sostenuto da vecchi boss, donne manager, e anche da un avvocato figlia del capomafia, del Foro di Enna, e da un dirigente comunale di Barrafranca.
L’indagine ha permesso di documentare come la potente famiglia mafiosa capeggiata da Raffaele Bevilacqua fosse in grado di incidere attraverso amministratori compiacenti sulle scelte del Comune di Barrafranca. E’ stata accertata infatti «la diretta e fondamentale partecipazione», dicono gli inquirenti, di Giuseppe Zuccalà, responsabile del IV Settore - Gestione del Territorio Infrastrutture e Servizi Manutentivi del Comune, nell’assegnazione di un appalto, con il metodo dell’affidamento diretto all’imprenditore Salvatore Blasco, risultato in stretti rapporti con la famiglia Bevilacqua.
Giuseppe Emilio Bevilacqua è stato localizzato e catturato in Germania grazie al supporto del Bka e della polizia tedesca, con il coordinamento operativo dell'Agenzia di polizia europea Europol. L'indagine è stata avviata nel maggio 2018 successivamente alla concessione del benefico della detenzione domiciliare, per ragioni di salute, a Raffaele Bevilacqua, già condannato per associazione di tipo mafioso nel cosiddetto processo "Leopardo", che tra la fine degli anni '80 e i primi anni del 2000 era non solo componente del direttivo della Dc e in strettissimi rapporti con Salvo Lima, ma anche al vertice di Cosa Nostra ennese per diretta investitura di Bernardo Provenzano.
Bevilacqua è stato, inoltre, condannato all'ergastolo per essere stato riconosciuto mandante, assieme a Francesco "Ciccio" La Rocca, dell'omicidio di Domenico Calcagno, commesso a Valguarnera Caropepe nel maggio del 2003. L'indagine del Ros ha consentito di documentare come il lungo periodo di detenzione, anche in regime di "carcere duro", non avesse minimamente fiaccato lo spirito di Bevilacqua il quale, non appena ritrovata la "libertà", ha ripreso immediatamente la direzione della famiglia mafiosa con il fondamentale apporto dei suoi familiari. Il suo appartamento di Catania, dove era ai domiciliari, secondo gli investigatori era il crocevia di importanti incontri con altri storici affiliati, primi fra tutti gli uomini d'onore Alessandro Salvaggio e Salvatore Privitelli, nel corso dei quali venivano decise strategie e progettate le azioni da compiere.
Dei 46 indagati sono 36 le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere compreso un minore all’epoca dei fatti) e dieci agli arresti domiciliari. Carcere per: Raffaele Bevilacqua, Flavio Alberto Bevilacqua, Giuseppe Emilio Bevilacqua, Luigia Bellomo, Adriano Giuseppe Bevilacqua, Andrea Blasco, Filippo Bonelli, Davide Cardinale, Domenico Cardinale, Fabio Cardinale, Angelo Cutaia, Andrea Ferreri, Calogero Ferreri, Agatino Maximilian Fiorenza, Davide La Mattina, Giuseppe La Mattina, Luigi Fabio La Mattina, Valentino La Mattina, Dario La Rosa, Filippo Milano, Giovanni Monachino, Vincenzo Monachino, Salvatore Paternò, Salvatore Privitelli, Massimo Riggi, Vincenzo Russo, Alessandro Salvaggio, Salvatore Salvaggio, Giovanni Strazzanti, Salvatore strazzanti, Sebastiano Tasco, Mirko Filippo Tomasello, Giuseppe Trubia, Angelo Tummino, Salvatore Marco Vaccari.
Arresti domiciliari per: Maria Concetta Bevilacqua, Abigail Bellomo, Rosetta Bellomo, Salvatore Blasco, Rosario Corvo, Stella Crapanzano, Davide Pagliaro, Cateno sansone, Giuseppina Strazzanti, Giuseppe Zuccalà.
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