La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha ritenuto ammissibile e dunque valuterà nel merito il ricorso dell’ex senatore palermitano Vincenzo Inzerillo, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e privato per questa ragione del vitalizio che spetta agli ex parlamentari. Proprio su questo ultimo aspetto verteva il ricorso presentato dall’avvocato Stefano Giordano: Inzerillo chiede che gli venga restituito il vitalizio, sostenendo che è stata applicata a lui e ad altri, in maniera retroattiva, una legge che lo penalizza è che lo priva di una fonte di sostentamento. Ci sarebbe così una natura discriminatoria del trattamento riservato ai parlamentari rispetto a chi ricopra altre rilevanti funzioni pubbliche. L’ex senatore è anche uno dei cosiddetti «fratelli minori di Contrada» e chiede pure - con un separato ricorso, presentato sempre alla Corte di Strasburgo - l’annullamento della sentenza di condanna per concorso esterno, in base agli stessi principi applicati all’ex numero tre del Sisde: in sostanza il reato di concorso esterno non era chiaramente configurato quando sarebbe stato commesso. Bruno Contrada, assistito sempre dall’avvocato Giordano, ha già ottenuto la ineseguibilità della sentenza, dichiarata dalla Cassazione e un risarcimento per l’ingiusta detenzione patita di 667 mila euro, poi impugnato dalla Procura generale di Palermo e adesso pendente di fronte alla Suprema Corte.