In nove regioni nel corso delle ultime settimane della "fase 2" c'è stato un calo di tamponi. E tra queste regioni c'è anche la Sicilia. Lo sostiene la Fondazione Gimbe secondo cui sul fronte dei tamponi diagnostici, che condizionano il numero di nuovi casi, 9 Regioni hanno arretrato ulteriormente. Dunque, sempre secondo la Fondazione, guidata tra l'altro dal palermitano Nino Cartabellotta, non ci sarebbe "una strategia adeguata". Esaminando il periodo 23 aprile-10 giugno, il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). In particolare Lombardia, Veneto e Campania hanno registrato ognuna un calo superiore ai duemila tamponi, mentre in Sicilia sarebbe stato di "sole" 344 unità. Le ragioni potrebbero essere tante, ad esempio quella, dettata dall'Oms fin dall'inizio, di testare solo i sintomatici. Che, alla luce dell'evoluzione dell'epidemia, nell'Isola sono per fortuna sempre meno. In Sicilia, tra l'altro, gli esami sono stati fatti anche a quelli sottoposti fino al 7 giugno in quarantena obbligatoria una volta arrivati da fuori. Il trend dei tamponi diagnostici è crollato del 20,7% in prossimità delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno. Nell’ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%).