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Incendi, Wwf: "La Sicilia bruciata da organizzazione criminale"

Fiamme sulla Palermo-Messina

A minacciare i boschi siciliani, «ci sono senza dubbio interessi e convenienze che vedono negli incendi comunque un tornaconto immediato attraverso il riutilizzo del territorio per il pascolo fresco o per la caccia facilitata da un terreno 'pulito', o il riutilizzo dei terreni ex boschivi attraverso cambi di destinazione d’uso. Ma la puntualità perfettamente in fase con gli eventi atmosferici avversi, la contemporaneità degli incendi e la scelta oculata dei luoghi fanno più pensare a un’organizzazione, a una professionalità criminale». Ne è convinto il Wwf Sicilia, mentre sono tornati a imperversare i roghi nell’Isola, soprattutto tra le province di Palermo e Messina in questi giorni di forte scirocco. Fiamme in gran parte dolose, come sottolineano investigatori e Protezione civile regionale.

Esiste, sottolinea l’associazione ambientalista, il fenomeno dei piromani «e qualche caso sarà imputabile anche a loro, ma il modo con il quale avvengono gli incendi, fa apparire molto improbabile che si tratti solo di azioni di folli. Più credibile la tesi che si tratti di menti dotate di lucida consapevolezza e razionalità».

Si tratta, quindi, di «una miscela micidiale di insensibilità, stupidità, follia, superficialità, cupidigia e loschi interessi». Per il Wwf, nonostante «l'impegno degli organismi addetti alle attività di spegnimento» si è «molto lontani» da un’efficace rete che permetta quantomeno di affrontare e fronteggiare adeguatamente la lotta agli incendi, e non si può che prendere atto che questa rete antincendio, «già strutturalmente carente e bisognosa di drastici provvedimenti migliorativi ancora, nel mese di maggio, non è operativa e pertanto per gestire gli incendi intervengono la protezione civile, i vigili del fuoco e i canadair, che operativi lo sono già. Eppure da anni, da sempre, nel mese di maggio arrivano potenti sciroccate che puntualmente e con tragica professionalità vengono sfruttate dai nemici mortali dei boschi».

Alla Regione siciliana vengono chiesti interventi «per prevenire, gestire e intervenire in una situazione così banalmente prevedibile e così tragicamente trascurata. Nell’immediato, riteniamo che sia indispensabile e urgente attivare subito la macchina antincendi con i dovuti atti amministrativi ed operativi». Occorre inoltre che «vengano messe in atto una serie di azioni sia a lungo e medio termine che possano, se non eliminare, quantomeno ridurre il fenomeno e superare quel senso di impotenza e frustrazione che coglie la cittadinanza quando assiste attonita a questa tragedia puntualmente annuale».

I punti focali, a parere del Wwf, riguardano il piano della prevenzione, quello della repressione attraverso la ricerca degli autori degli atti criminale, ma soprattutto quello della gestione successiva dei terreni una volta bruciati. Al centro la necessità di incrementare il parco mezzi e uomini della struttura antincendio regionale e di quella dedicata alla manutenzione delle aree boschive, nonchè l’attivazione di una rete permanente di emergenza di centri di coordinamento antincendio che coinvolga le prefetture, gli assessorati all’Agricoltura e Foreste, al Territorio e Ambiente, la Protezione civile e i Comuni che garantiscano in modo permanente il controllo stretto del territorio, con la regolare presenza di forze dell’ordine e l’utilizzo anche di pattuglie militari che dovranno sorvegliare le zone sensibili e a più alto rischio, il monitoraggio delle zone sensibili con elicotteri, droni, telecamere, sensori e l’invio di forze dell’ordine investigatrici in occasione di ogni incendio.

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