E' bastata una notizia, arrivata dal Nord, di un aumento delle corse di treni da Milano e Torino verso Napoli per far scatenare il timore, più o meno giustificato, di un nuovo esodo dalle regioni settentrionali, le più colpite dall'epidemia di coronavirus, verso il meridione.
Memori delle scene visto ad inizio marzo, con 40.000 persone arrivate in Sicilia da Lombardia, Piemonte e compagnie bella e delle continue e roventi polemiche che hanno accompagnato i trasporti e gli ingressi nell'Isola in tutta la "Fase 1", stavolta Musumeci ha voluto mettere le cose chiaro fin da subito: per il momento, tutto rimane così com'è, nessuna apertura. Sarebbe stupido, d'altro canto, rischiare dopo aver ottenuto risultati così incoraggianti sul profilo dell'epidemia e dei contagi.
"Ho appena chiesto al ministro dei Trasporti di mantenere inalterate le norme per l'accesso in Sicilia. Saranno, come sempre, i dati epidemiologici a suggerirci, nelle prossime settimane, quando avviare una lenta e graduale riapertura dei collegamenti con il resto del Mondo. Se oggi l'Isola può contare sul più basso numero di contagi lo si deve anche alla forte limitazione degli arrivi e alla disciplina del popolo siciliano", ha detto Musumeci.
I 4 nuovi treni, si legge sulle tabelle pubblicate nella sezione Infomobilita' del sito di Trenitalia sono: due al mattino, da Napoli a Torino e da Milano a Napoli; e due al pomeriggio, da Torino a Napoli e da Napoli a Milano. Fino ad oggi le Frecce circolanti erano 8 e salgono cosi a 12. Dunque, nessuno corsa "diretta" in Sicilia, però una volta arrivati a Napoli sarebbe possibile, in qualche modo, raggiungere la Sicilia, magari scendendo a Villa San Giovanni.
In Sicilia, infatti, non arrivano treni dal 25 marzo, da quando si fermò anche l'Intercity, l'unico ancora attivo, da Roma. Attualmente, per scelta della Regione e di Trenitalia, nell'Isola il traffico ferroviario è attivo al 20/25% rispetto alla normalità. Su 450 corse, ne sono attive infatti circa un centinaio.
«Per riaprire e ripartire bisogna tenere conto delle specifiche esigenze di ogni territorio, in base al dato epidemiologico. Anche perchè gli interessi economici delle regioni del Nord non sempre coincidono con quelli del Sud». Poco prima Musumeci aveva incontrato, sempre in collegamento, i colleghi governatori di centrodestra e al termine dell’incontro hanno elaborato un documento inviato a Mattarella e Conte. «A Roma chiediamo il dialogo - continua Musumeci - non la diffida. Auspico che la presa di posizione della maggioranza dei governatori, ma credo condivisibile anche dai colleghi del centrosinistra, possa suggerire a Conte l’opportunità di una riflessione. Il decreto del premier non convince nessuno. Non c'è una sola categoria del mondo produttivo che abbia espresso pieno apprezzamento». «Capisco la preoccupazione, il timore di un calo di tensione - conclude il presidente della Regione - ma nessuno vuole vanificare lo sforzo finora compiuto, soprattutto da noi in Sicilia. Bisogna però ridare respiro alle imprese, nel rispetto della sicurezza. Su un solo tema restiamo fermi nell’Isola: accessi limitati ancora per qualche settimana».
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