Accelerare la ricerca sul vaccino per arrivare ai test clinici in estate è l’obiettivo del consorzio europeo nato per iniziativa dell’azienda italiana ReiThera, della tedesca Leukocare e della belga Univercells.
È un’alleanza strategica, dicono le aziende in una nota, per lo sviluppo e la produzione su larga scala di un vaccino anti Covid-19 basato su un vettore virale.
E intanto, sono più di mille i volontari - di sana e robusta costituzione, ed età inferiore ai 55 anni - che da oggi scendono in campo, a disposizione della scienza, per i primi test clinici del vaccino contro il Covid-19 messo in cantiere nella celeberrima università di Oxford: il progetto più avanzato d’Europa in termini di sperimentazione.
Dopo i risultati incoraggianti, fatti registrare nella fase pre-clinica sugli animali, il prototipo oxfordiano - chiamato ChAdOx1 nCoV-19 e frutto della partnership con l’azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia - passa dunque alla fase dei trails su uomini e donne 'cavià, che riceveranno, sotto forma di "rimborso spese», fino all’equivalente di 700 euro.
È di ieri intanto la notizia, riportata dal sito Swissinfo.ch, che "un team di ricercatori dell’università di Berna spera di essere il primo a produrre il vaccino contro il coronavirus". "La possibilità di successo è realistica", aveva affermato Martin Bachmann, professore di immunologia dell’università nel corso di una conferenza online con l’associazione della stampa delle Nazioni Unite.
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