"Per ora ci occupiamo di rifornire il numero massimo di mascherine alle strutture sanitarie che combattono, non ci occupiamo di distribuire mascherine ai cittadini. Se alcune regioni ritengono legittimamente di doverle fornire, se ne occuperanno loro, fino a una nuova organizzazione che non è ancora arrivata. Se vuole la mia opinione, credo che per molto tempo molti di noi se non tutti ci dovremo abituare ad utilizzare questo strumento di protezione". Così il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile.
Porte aperte a tutte le possibili semplificazioni burocratiche nel via libera aolle azende nella produzione di mascherine ma "porte chiuse al minimo abbassamento dei requisiti di qualità di mascherine chirurgiche e FFP2 e FFP3", ha aggiunto. Nelle ultime sono stati siglati diversi contratti di fornitura, uno dei quali riguarda un’azienda per la produzione di 600mila mascherine al giorno per i prossimi sei mesi. Un’altra azienda ha ricevuto l’ok e ieri ha iniziato la distribuzione di 250mila mascherine al giorno; un’altra azienda posizionata nel settore medicale ha avuto l’ok per 250mila mascherine al giorno da produrre, e un’altra per mettere in commercio 900mila mascherine al giorno.
Stiamo vivendo "l'inizio di una lunga fase di transizione" ma "nulla di più sbagliato che immaginare un imminente 'libera tutti'", ha aggiunto.
Arcuri ha poi invitato i cittadini a "stare attenti a illusioni ottiche e pericolosi miraggi: non siamo a pochi passi dall’uscita dall’emergenza o da un ipotetica ora x in cui potremo tornare alla situazione di prima".
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