Coronavirus, Musumeci contro la circolare del governo: "In Sicilia vietate le passeggiate coi bambini"
"Sono assolutamente contrario alla possibilità data dal governo nazionale di fare passeggiate con i bambini. Si faranno, ma solo quando sarà finita l’emergenza". Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, non transige e così, a meno di 24 ore dalla circolare che autorizza i genitori a uscire con i figli minori per una passeggiata nei pressi dell'abitazione, interviene e annuncia che in Sicilia non sarà permesso. "Se ci sono casi di bambini affetti da particolari patologie, questa possibilità sarà consentita - ha aggiunto - ma solo con la certificazione medica che attesti queste gravi patologie. Se passa l’idea che il peggio è passato, è la rovina, si vanifica tutto, si innesca un picco incontenibile. E’ una guerra e nelle guerre le libertà personali subiscono pesanti sacrifici per il bene di tutti". Musumeci non nasconde la sua preoccupazione: "Io ho l'impressione che in Sicilia si sia perso il punto di riferimento, nel senso che siamo tutti convinti che il peggio sia già passato e quindi possiamo permetterci anche qualche lusso. Non è così. Non lasciamoci condizionare dalle notizie che arrivano dal Nord". Nel pomeriggio, poi, Musumeci ha voluto chiarire ulteriormente le cose con una nuova ordinanza che specifica cosa si può fare oppure no. «E' vietata la pratica di ogni attività motoria e sportiva all’aperto, anche in forma individuale, pure per tutte le attività motorie all’aperto di minori accompagnati da un genitore», ribadisce il Governatore. «E’ consentito, in caso di necessità – invece, scrive il presidente della Regione - alle persone affette da disabilità intellettive e/o relazionali, con l’assistenza di un accompagnatore, svolgere una breve passeggiata giornaliera in prossimità della propria residenza o domicilio». Nel provvedimento, il governatore riafferma la necessità di prorogare le misure restrittive per tutelare la salute dei cittadini ed evitare il repentino diffondersi del contagio, pertanto «le uscite per gli acquisti essenziali, a eccezione di quelle per i farmaci, vanno limitate a una sola volta al giorno e a un solo componente del nucleo familiare». Anche gli spostamenti con l’animale di affezione, per le sue esigenze fisiologiche, sono consentiti «solamente in prossimità della propria abitazione». Confermate le disposizioni già presenti nell'ordinanza dello scorso 19 marzo riguardo alle misure igienico-sanitarie in ambito comunale e in materia di commercio e trasporto pubblico. E’ fatto obbligo ai Comuni, quindi, di provvedere alla sanificazione delle strade dei centri abitati, degli edifici adibiti a uffici pubblici e degli edifici scolastici. E’ interdetta la fruizione delle aree a verde pubblico e dei parchi-gioco. Continua, inoltre, a essere inibito l’ingresso nel territorio comunale ai venditori ambulanti al dettaglio provenienti da altri Comuni. Permane la chiusura domenicale di tutti gli esercizi commerciali attualmente autorizzati, fatta eccezione per le farmacie di turno e le edicole. I sindaci, con propria ordinanza, potranno disporre riduzioni dell’orario di apertura al pubblico degli esercizi commerciali ad eccezione di quelli autorizzati alla vendita di prodotti alimentari e delle farmacie. Nelle rivendite di tabacchi è vietato l’uso di apparecchi da intrattenimento e per il gioco. Sui mezzi del trasporto pubblico urbano è consentito l’accesso ai passeggeri nella misura massima del 40 per cento dei posti omologati e, comunque, garantendo il rispetto della distanza minima di un metro. Lo spazio riservato ai conducenti dei mezzi deve essere opportunamente delimitato. Il pensiero del presidente della Regione Siciliana è solo uno dei tanti contrari alla circolare. Prima di lui si sono espressi il governatore della Lombardia, della Campania, il sindaco di Bari e anche i medici. "Non è opportuno, in piena emergenza, consentire l'uscita dei bimbi ed esporli ai rischi, vanificando i sacrifici fatti fino ad adesso", è il pensiero che accomuna amministratori, medici e anche genitori che sui social hanno "bocciato" la circolare del Viminale. E contro la circolare interviene anche Leoluca Orlando, a nome dei sindaci siciliani. "In Sicilia e a Palermo è troppo presto per allentare le misure di contrasto al coronavirus - dice Orlando -. Siamo ancora a rischio, lo sono prima di tutto i bambini e gli anziani delle nostre comunità. Condivido che la Regione continui a mantenere il divieto di spostamenti se non per motivi di estrema necessità. Condivido a malincuore perché sono misure dure che stanno mettendo a dura prova tutti noi, le nostre famiglie, la nostra economia. Ma restare a casa ora, evitare di esporre noi stessi e i nostri cari al contagio è l'unico modo che abbiamo al momento per proteggerci e per fare in modo che presto si possa tornare ad uscire in salute e in sicurezza. E' l'unico modo, per essere chiari, perché in Sicilia non si ripeta l'ecatombe con migliaia di morti che sta duramente colpendo altre regioni del nostro Paese". Nel pomeriggio è intervenuto duramente anche Cateno De Luca, sindaco di Messina, e in questi giorni in aperta polemica con Roma. "Ancora una volta il governo genera confusione e mette in pericolo la popolazione con i suoi provvedimenti contraddittori. Non posso credere che il ministro degli Interni non si sia reso conto del pericolo al quale ha esposto tutti i cittadini con l'ultima circolare del 31 marzo 2020". Poi incalza: "Non ho nessuna intenzione di consentire passeggiate o attività motorie di qualsiasi tipo, se non le sole passeggiate terapeutiche che ho già autorizzato. Al di fuori di tale ipotesi, restate a casa".