"Venticinque persone sono guarite in Sicilia dal coronavirus. Questo dato ci rende speranzosi". Così l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, in diretta Facebook sull'aggiornamento della situazione del diffondersi del virus nell'Isola.
"Il sistema ha preparato per tempo le risorse, non siamo in asfissia di posti letto. E con legittimo orgoglio dico che sulle terapie intensive stiamo attuando un piano di progressione che ci porterà ad avere 400 posti in più dedicati alla nostra emergenza regionale, così come crescono i posti covid in tutta l’isola.
Abbiamo un piano che tiene conto della progressione. Noi stiamo facendo la nostra parte. Anche per reperire tecnologie sul mercato internazionale. A breve il presidente Musumeci firmerà un'ordinanza per quanto riguarda la quarantena, sia quella volontaria sia quella obbligatoria". Dunque, si prevede una nuova stretta da parte del presidente della Regione, preoccupato da un tasso di crescita regionale che sembra essere superiore, negli ultimi giorni, rispetto a quello nazionale.
"In queste ore abbiamo registrato tantissimi atti di generosità da parte di molte aziende della pubblicità, del commercio, dell’industria in queste ore. Sono un segnale dell’attenzione. Non siamo in deficit di risorse ma la solidarietà ci consente di mettere a disposizione ulteriori fondi per realizzare gli interventi necessari territorio per territorio".
"L'appello che facciamo a tutti è quello di rimanere il più possibile a casa. Tutti nelle prossime due settimane devono limitare il più possibile i contatti - continua Razza -.Lo hanno già fatto 37 mila persone ma sappiamo che sono molte di più - ha aggiunto Razza -. Abbiamo bisogno di saperlo per ampliare gli accertamenti su chiunque sia rientrato in Sicilia negli ultimi otto giorni. Di fronte alle immagini delle colonne militari che trasportano le bare al Nord d’Italia - chiosa l’assessore Razza - il dovere di ognuno di noi, mai come ora, è quello di rispettare le regole in maniera disciplinata. Chi non capisce questo è nemico dei siciliani e dei professionisti della sanità».
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