Il Dpm "Italia zona protetta" lo dice chiaramente: si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l'acquisto di beni essenziali. Ma è necessario comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali.
Nel decreto comunque è consigliato lavorare a distanza, se è possibile, o prendere ferie o congedi. Tuttavia, c'è una diretta inviata al Viminale ai prefetti in cui si chiarisce quando gli spostamenti da un comune a un altro sono possibili. Ed è la risposta ad uno degli interrogativi più ricorrenti in queste ore.
Lo spostamento da un comune ad un altro è consentito ma solo "per esigenze lavorative, di salute o per situazioni di necessità adeguatamente comprovate". Non solo: "Chiunque ha diritto a rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Una volta rientrati, ci si potrà spostare per le succitate motivazioni".
La direttiva in cui viene precisato è stata inviata da Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, a tutti i prefetti in relazione all'applicazione delle misure previste nell'ultimo decreto per il contenimento dell'emergenza Coronavirus.
Il documento spiega inoltre che "non sono previste limitazioni per il transito di merci, né per la circolazione di corrieri merci". Quanto al limite orario dalle 6 alle 18 in cui sono consentite attività di ristorazione e bar, esso è "riferito solo all'apertura al pubblico. L'attività potrà comunque proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio, da effettuarsi secondo modalità che non prevedano contatti personali".
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