Lunedì 23 Dicembre 2024

Coronavirus in Italia, 1835 casi, 52 morti e 149 guariti: posti letto anche nelle caserme

Sono 66 i guariti e 18 i morti in più rispetto a ieri per coronavirus in Italia. A renderlo noto la Protezione civile con il nuovo bilancio aggiornato secondo il quale i casi di contagio da Covid-19 in Italia sono 1835 con un incremento di 258 casi rispetto all’aggiornamento di ieri sera e con il primo morto nelle Marche, un 88enne di Fano. Secondo quanto ha riferito il commissario all’emergenza, Angelo Borrelli, sui 1835  casi di persone positive al coronavirus Covid-19 in Italia, 927 si trovano in isolamento domiciliare, e dunque in forma asintomatica, mentre 742 sono i ricoverati con sintomi. In terapia intensiva si trovano invece 166 persone. I dimessi guariti salgono considerevolmente (149), mentre i decessi sono 52. Il totale dei casi è di 1835, mentre i tamponi effettuati sono 23.345, secondo quanto riferisce la protezione civile nel bollettino d’aggiornamento. «Un dato confortante» dice il commissario Angelo Borrelli sottolineando che si tratta di una percentuale che ricalca il dato complessivo. Dati positivi che non bastano certo a considerare l’emergenza finita, come dimostra la decisione del Piemonte di prolungare la chiusura delle scuole fino all’8 marzo; come dimostrano i primi casi, non ancora "ufficiali", registrati in Sardegna - un imprenditore cagliaritano di 40 anni che avrebbe contratto il virus dopo aver partecipato ad una fiera a Rimini - e in Molise, dove una donna di 60 anni è ricoverata nel reparto malattie infettive di Campobasso. E come conferma la situazione a Roma, dove i contagi sono saliti a 12 (anche se i numeri ufficiali parlano di 7 persone di cui 3 guariti) e dove le autorità sanitarie del Policlinico di Tor Vergata hanno richiamato 98 pazienti per sottoporli ad accertamenti visto che il poliziotto risultato positivo ai test era stato al pronto soccorso a fine febbraio. Il numero di confermati dall’Istituto Superiore di Sanità è invece di 668, come informato da Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss. La Regione maggiormente colpita permane la Lombardia con 1254 casi totali, seguita dall’Emilia Romagna (335), Veneto (273), Piemonte (51). Secondo la protezione civile, non si registrano casi in Valle d’Aosta, nella provincia di Trento, in Molise, Basilicata e Sardegna, nonostante sia stato confermato un caso legato a un imprenditore sardo ricoverato a Cagliari. Il bilancio in Sicilia sale invece a 10 casi di cui 7 accertati e 3 sospetti, due nella provincia di Catania e uno a Palermo. L’ultimo bollettino della Protezione Civile conferma quello che da giorni ripetono gli esperti e che anche oggi ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se le misure adottate sono davvero in grado di fermare il contagio o se, viceversa, ne serviranno di nuove e ancora più stringenti. Borrelli, prima della diffusione del bollettino, ha accolto l'arrivo di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio. Conte non ha rilasciato dichiarazioni, ma, dopo il punto stampa della protezione civile, si è riunito con il ministro della Salute Roberto Speranza e i vertici del dipartimento per fare il punto sull'emergenza sanitaria nelle Regioni. Borrelli, parlando dei pazienti in terapia intensiva, ha sottolineato che non esistono al momento criticità per i posti letto. Secondo l’Iss, che sta cercando di ricostruire le curve epidemiche, per osservare gli effetti delle misure attuate finora sarà necessario attendere ancora circa 10-14 giorni. Il caso di Roma, secondo Rezza, è legato all’epicentro della malattia, e la situazione è "apparentemente sotto controllo". Ma c'è un altro elemento che dà la misura della portata dell’emergenza: la Difesa, dopo una verifica effettuata in tutta Italia tramite il Comando operativo di vertice interforze, ha messo a disposizione della Protezione Civile un’ottantina di strutture - caserme, ospedali e basi logistiche - per un totale di 6.600 posti letto. L’ex ospedale militare di Baggio, a Milano, aprirà nelle prossime ore, con 50 posti letto, ma già sono pronte strutture dell’Aeronautica a Linate e Piacenza così come la base logistica di Colle Isarco (Bolzano) e quella di Roccaraso (L'Aquila) dell’Esercito, le basi dell’Aeronautica di Taranto, Trapani Birgi e Decimomannu (Cagliari). Al momento non è emersa la necessità di utilizzarli né, ha ripetuto Borrelli. Ma è necessario essere pronti in caso di quarantena di massa. E l’Italia deve fare i conti anche con l’altro aspetto del coronavirus: il disastro economico che ogni giorno diventa sempre più evidente. L’Ocse parla di una «minaccia all’economia mondiale senza precedenti» e dunque il nostro paese non è solo, ma intanto taglia le stime del Pil prevedendo una crescita zero. Taglia anche Ryanair, il 25% per centro dei voli da e per l'Italia, e taglia Lufthansa, che ha ridotto l’offerta su diverse città italiane, Roma e Milano incluse. Che sia crisi vera lo dicono anche i numeri del cinema: incassi in picchiata nel week end, con solo 2 milioni, -63% rispetto alla settimana scorsa e -75% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In questo disastro, però, il paese non s'arrende: ha riaperto, seppur con molte cautele, il Duomo di Milano e riapre San Luigi dei Francesi, dopo aver escluso che il sacerdote positivo al coronavirus avesse contagiato altri religiosi. Non riapre invece, ma è come se l’avesse fatto, la Fenice di Venezia: il gruppo d’archi Dafne è andato comunque in scena sul palco, stavolta non per i mille fortunati della platea ma per tutte le migliaia di cittadini che li hanno seguiti in streeming.  

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