«Non mi sono mai permesso di sottrarmi a una intervista. Domenica a Comiso di fronte a una troupe delle Iene non mi sono tirato indietro e ho accettato di parlare del caso dell’attentato a Giuseppe Antoci su cui la Commissione si è espressa con una relazione votata all’unanimità. Ho accettato, ma non è stata una intervista (non ancora trasmessa, ndr) ma una aggressione verbale, minacciosa, durante la quale non erano previste domande ma affermazioni calunniose, provocatorie, offensive, ingiuriose».
Lo ha detto il presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, incontrando i giornalisti nei locali di Palazzo dei Normanni, a Palermo. Il fatto è avvenuto domenica scorsa a Comiso dove il presidente della Commissione dell’Ars si trovava per la presentazione di un libro e un laboratorio di scrittura.
Secondo Fava un inviato delle Iene lo avrebbe incalzato «con affermazioni aggressive, su basi false a proposito dell’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci». «Il lavoro del giornalista è fare domande mentre per 84 minuti ho assistito soltanto ad affermazioni su reticenze e falsità che sarebbero contenute nella relazione della commissione antimafia. Più che una intervista ci è sembrata una intimidazione, un’avvertimento a non occuparci più di questa storia».
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