Sabato 23 Novembre 2024

Fine vita, comitato di bioetica: "No accanimento su bimbi terminali"

Comitato di Bioetica

Bisogna evitare l’accanimento clinico su bambini malati terminali, con cure sproporzionate date magari per «accondiscendere alle richieste dei genitori». E’ quanto scrive il Comitato nazionale di Bioetica in una mozione del 30 gennaio pubblicata oggi sul suo sito. Per quanto riguarda i bambini piccoli, scrive il comitato, «va riconosciuto che nella prassi l’accanimento clinico è spesso praticato perchè quasi istintivamente, anche su richiesta dei genitori, si è portati a fare tutto il possibile, senza lasciare nulla di intentato, per preservare la loro vita, senza considerare gli effetti negativi che ciò può avere sull'esistenza del bambino in termini di risultati e di ulteriori sofferenze. Altre volte, invece, l’accanimento clinico viene praticato in modo consapevole, come difesa da possibili accuse di omissione di soccorso o di interruzione attiva delle cure o dei trattamenti di sostegno. Pertanto, queste pratiche cliniche vengono prestate principalmente non per assicurare la salute e il bene del paziente, ma come forma di tutela e di garanzia delle proprie responsabilità medico-legali relative all’attività svolta». Il comitato sottolinea inoltre «le questioni che coinvolgono l’accanimento clinico nei bambini piccoli vanno per lo più affrontate con un’analisi individualizzata, che tenga conto delle condizioni specifiche presenti nelle diverse realtà concrete: eventuali soluzioni precise possono essere date solo da chi conosce direttamente il caso clinico in questione». In ogni caso «Si deve evitare che i medici si immettano in percorsi clinici inefficaci e sproporzionati solo per accondiscendere alle richieste dei genitori e/o per rispondere a criteri di medicina difensiva». Tra gli interventi suggeriti dal Cnb, «Istituire per legge nazionale e rendere effettivamente operativi i comitati per l’etica clinica negli ospedali pediatrici con ruolo consultivo e formativo, così da favorire la valutazione della complessità di tali decisioni e cercare una mediazione di controversie emergenti tra medici e genitori». AGI

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