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È morto il giornalista Giampaolo Pansa

È morto il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, aveva 84 anni. È stato un autore di rilievo nella seconda metà del Novecento. Lo annuncia su Twitter il Corriere della Sera per il quale era tornato a scrivere nel novembre 2019 curando la rubrica 'Ritorno in Solferino'.

Nato a Casale Monferrato l'1 ottobre 1935, dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato con 110/110 e lode in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi intitolata Guerra partigiana tra Genova e il Po. L'interesse per la Resistenza italiana resterà saldo durante tutta la sua carriera professionale.

Nel 1961 entrò nel quotidiano torinese La Stampa. E poi seguirono numerose collaborazioni con altre testate giornalistiche: Il Giorno, il Messaggero, il Corriere della sera e la Repubblica.

La sua attività di scrittore e saggista ha avuto come principale interesse la Resistenza italiana, già oggetto della sua tesi di laurea (pubblicata da Laterza nel 1967 con il titolo Guerra partigiana tra Genova e il Po).

Nel 2001 Pansa pubblica Le notti dei fuochi, sulla guerra civile italiana combattuta tra il 1919 e il 1922, conclusa con la presa del potere da parte del fascismo. Nel 2002 esce I figli dell'Aquila, racconto della storia di un soldato volontario dell'esercito della Repubblica sociale italiana. Comincia poi il ciclo «dei vinti»,cioè una serie libri sulle violenze compiute da partigiani nei confronti di fascisti durante e dopo la seconda guerra mondiale: Il sangue dei vinti (vincitore del Premio Cimitile 2005), Sconosciuto 1945, La Grande Bugia e I vinti non dimenticano (2010).

Nel 2011 pubblica Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri, in cui ritrae l'Italia degli umili tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX attraverso la storia dei propri nonni e genitori.

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