Lunedì 25 Novembre 2024

Rifiuti, la Regione avvia piano per chiudere 511 vecchie discariche

La Regione passa al setaccio 511 vecchie discariche sparse nell'Isola per arrivare alla definitiva chiusura. Dopo aver avviato interventi urgenti su alcuni siti ritenuti più pericolosi, il governo Musumeci entra adesso nel dettaglio delle singole aree per esaminarle e definire i lavori che si riterranno necessari. La Regione sta agendo in via sostitutiva dei Comuni competenti che, non avendo risorse tecniche ed economiche, dopo decenni non hanno ancora provveduto. Il massiccio intervento sarà realizzato grazie alla collaborazione con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e il dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, enti attrezzati per questo tipo di attività. Per questo primo lavoro di monitoraggio è disponibile uno stanziamento di 600 mila euro approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon. La convenzione operativa firmata nei mesi scorsi dal dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Salvo Cocina, ha consentito di avviare subito le attività. È già pronto un report del lavoro svolto con le prime analisi dei siti. Al termine di tutte le operazioni, che dovranno concludersi il prossimo autunno, sarà redatto un elenco dei siti ritenuti prioritari per i quali saranno avviate le indagini per la caratterizzazione e gli interventi veri e propri. Nei prossimi mesi, in particolare, saranno raccolte informazioni su estensione, perimetrazione, tipologia del territorio, area eventualmente inquinata, presenza di biogas o percolato, e saranno forniti dei parametri per stabilire l’ordine di priorità dei siti da sottoporre alla caratterizzazione di secondo livello. Tutto questo anche attraverso rilievi satellitari o aerei. L’intero lavoro consentirà di “georeferenziare” i siti producendo un database che sarà consegnato agli uffici regionali. L'intervento si è reso necessario perché il piano delle bonifiche approvato dalla Regione nel 2016 aveva fornito solo un quadro generale della situazione delle 511 discariche, senza chiarire altri particolari come la loro estensione o l’eventuale inquinamento prodotto. Da qui la necessità di definire con maggiore accuratezza le criticità di ogni singola discarica attraverso la cosiddetta “caratterizzazione di primo livello”.

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