Martedì 26 Novembre 2024

Cane morde un bimbo che gli pesta la coda: la Cassazione assolve il padrone

Il padrone non è sempre responsabile di un improvviso comportamento aggressivo del proprio cane. Può accadere infatti che il quattrozampe, solitamente di indole tranquilla e socievole, possa reagire in maniera del tutto imprevedibile. Nonostante infatti tenuto al guinzaglio può rispondere "per le rime" se si sente pericolo. A stabilirlo la Cassazione, con la sentenza 50562, che ha accolto il ricorso della proprietaria di un cane condannata per lesioni perché il suo "Nostromo" aveva morso un bambino ad una gamba dopo che il piccolo gli era passato con la bicicletta sulla coda. Al ragazzino erano stati diagnosticati sette giorni di prognosi. Secondo la Suprema Corte simili casi potrebbero essere frutto del caso fortuito e i proprietari non avrebbero alcuna "colpa" del concatenarsi degli eventi che si sono prodotti nonostante l'approntamento di tutte le cautele. "A tal proposito - rileva la Cassazione - se è pur vero che la posizione di garanzia che grava sul detentore del cane 'copre' anche i comportamenti imprudenti altrui e che la colpa della vittima che ponga in essere un comportamento imprudente può al più concorrere con quella del garante, ma non elide quest'ultima, va tuttavia osservato come nel caso di specie ci si trovi di fronte ad evenienza caratterizzata da assoluta abnormità ed eccentricità, che andava comunque presa in considerazione e che non poteva ritenersi 'tout court' irrilevante". Così adesso il Giudice di pace di Castelvetrano, in provincia di Trapani, dovrà rivedere la sua decisione di condannare la padrona di 'Nostromo' e dovrà prestare la giusta considerazione al fatto che la donna teneva il cane al guinzaglio, che non c'era obbligo di museruola, trattandosi di quattrozampe mansueto e di modeste dimensioni, e che "si era in presenza di un caso fortuito avendo il cane reagito, dopo che la bicicletta condotta dal minore gli era passata sulla coda". Nella sentenza di condanna, invece, il giudice di pace aveva ritenuto "irrilevante" il fatto che il cane fosse o meno tenuto al guinzaglio e che il piccolo Luca S. avesse "calpestato con una ruota la coda del cane".

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