Dalla Francia in auto per raggiungere la Sicilia con l'obiettivo di vivere in libertà la loro storia d'amore, osteggiata dalle loro famiglie. È il viaggio che ha dell'inverosimile intrapreso da due ragazze minorenni partite il 29 novembre scorso da Vence, un piccolo centro a pochi chilometri da Nizza, con l'auto di proprietà della nonna di una di loro.
La loro meta era la Sicilia ma sono state rintracciate dai carabinieri di Bianchi, in provincia di Cosenza, nel cuore della Sila, in Calabria.
Un viaggio durato più di 11 giorni, percorrendo in macchina quasi 2 mila chilometri: valicata la frontiera italo-francese a Ventimiglia, le due ragazzine sono riuscite, guidando a turno, a raggiungere Roma, dove hanno trascorso alcuni giorni facendo ricorso a tutti i loro risparmi, quindi si sono rimesse in cammino verso sud nel tentativo di raggiungere la Sicilia. I carabinieri di Bianchi le hanno notate notate sdraiate sui sedili a bordo dell’auto in sosta in un parcheggio pubblico.
Le due, che si sono inizialmente dichiarate maggiorenni e, senza documenti, hanno comunque cercato di eludere il controllo fornendo identità false e hanno dichiarato di trovarsi lì per riposare alcune ore in attesa di riprendere la propria vacanza.
I carabinieri però si sono insospettiti e hanno deciso di svolgere ulteriori accertamenti. Con l'aiuto di una interprete francese, la verità è poi emersa. I carabinieri hanno subito contattato i rispettivi genitori, che hanno subito raggiunto Bianchi per riabbracciare le figlie.
Nella giornata trascorsa a Bianchi, le due minorenni erano state ospitate l’abitazione del sindaco Pasquale Taverna, la cui moglie aveva fatto loro da interprete. E sono state oggetto anche di una vera e propria gara di solidarietà che ha visto partecipi il curato e molti altri cittadini.
Oggi, terminate le formalità di rito ed avvisati i colleghi della Gendarmeria d’oltralpe, entrambe le famiglie, finalmente riunite, hanno potuto intraprendere il viaggio di ritorno a casa.
Caricamento commenti
Commenta la notizia