Un contratto da 50 euro al mese. A tanto ammonterebbe l’importo che la deputata Giuseppina Occhionero, ex di Leu e ora in quota Italia Viva, pagava per il suo collaboratore Antonello Nicosia, arrestato dalla Dda di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa. Il particolare lo avrebbe rivelato la deputata stessa ai pm che ieri l’hanno sentita, per oltre due ore, come persona informata dei fatti al palazzo di giustizia di Palermo. Nicosia, secondo le indagini del Ros e del Gico, coordinate dalla Dda del capoluogo siciliano, non era tanto interessato al danaro ma ad avere «la possibilità di fare ingresso nelle carceri e, più in particolare, per far visita - ai detenuti sottoposti al predetto regime di 'carcere duro'. Un escamotage - per Nicosia, accusato di veicolare messaggi da e per l’esterno e di essere vicino alla famiglia di Matteo Messina Denaro - che l’istrionico collaboratore rivelava il 4 gennaio scorso a Pippo Bono, figlio di Giuseppe, assassinato dalla mafia il 3 dicembre 1998. «No vabbè gli detto come assistente parlamentare ma anche senza soldi. che sennò mi deve dare 10'000 euro al mese. Le ho detto: «Mi fai un contratto per entrare ed uscire dalle carceri e basta No, mi giro le carceri invece, visto che non potevo entrare ... così con lei entro E vado al 41 bis Faccio un sacco di cose hai capito? Ho trovato questo escamotage». I pm - nel corso dell’interrogatorio, per certi versi drammatico ed interrotto anche dalle lacrime della deputata - hanno chiesto più volte come fosse possibile «annoverare» tra i collaboratori un soggetto come Nicosia che, oltre ad una condanna per traffico di droga, risulta essere condannato anche 3 volte per ricettazione e 1 per appropriazione indebita. E’ a quel punto che la Occhionero avrebbe detto: «Ho sbagliato, mi sono fidata ed ho sbagliato». La Dda ha inoltre chiesto alla Camera dei deputati chiarimenti sul rapporto di collaborazione chiedendo la documentazione a supporto. Anche perchè - pur essendo il rapporto lavorativo chiuso a maggio - Nicosia conservava la tessera con fotografia della Camera dei deputati. Una risposta che la Camera - per questioni procedurali - ha fatto sapere che inoltrerà entro una decina di giorni. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Francesca Dessì e Calogero Ferrara. (AGI)