Fridays For Future anche in Sicilia, dove si sono svolte le manifestazioni per il terzo Sciopero globale del clima, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio. Sono state 160 le città italiane interessate dai cortei del movimento dei giovani per il clima, ispirato da Greta Thunberg.
Lo sciopero di venerdì arriva in conclusione della #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il clima indetta da Fridays For Future in tutto il mondo. La settimana è cominciata venerdì 20 settembre, con manifestazioni in 130 paesi nel mondo che, secondo gli organizzatori, hanno coinvolto 4 milioni di persone complessivamente.
A Palermo, già alle 8,30, il traffico in centro era paralizzato a causa delle migliaia di studenti che stavano raggiungendo piazza Politeama da dove ha preso il via il corteo. In piazza nel capoluogo siciliano, tra gli altri, gli studenti del liceo Umberto I, Ninni Cassarà, Benedetto Croce, convitto Falcone, Almeyda, Ferrara, Vittorio Emanuele II, Vittorio Emanuele III, Garibaldi e Einstein.
Striscioni, slogan, cori e tanta musica per le strade. Gli studenti, poi, si sono posti dietro lo striscione "Cambiamo il sistema non il clima" che è stato lo slogan della manifestazione.
"Voi sulle poltrone a non fare niente, noi uniti per il clima", "Il mondo non è una discarica", "Se la terra brucia anche voi bruciate con lei": sono alcuni dei tantissimi striscioni che hanno colorato la piazza davanti al teatro Politeama invasa dagli studenti palermitani e dalla provincia.
"Abbiamo l'acqua alla gola e non possiamo aspettare - hanno detto gli studenti -. Ci rendiamo conto come il cambiamento climatico è una realtà e sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia, sconvolgimento degli ecosistemi e della biodiversità che sostiene la nostra vita. Il livello dei mari è salito in maniera preoccupante, in Europa si registrano temperature record per il surriscaldamento globale, non dimentichiamo gli enormi roghi che hanno devastato la Siberia e la Foresta Amazzonica".
Nel capoluogo si sono registrati momenti di tensione quando un gruppo di una trentina di giovani, vestiti tutti di nero, ha cercato di spezzare in due il lungo serpentone all’altezza dell’ex palazzo di Msi, creando il panico. C'è stato un fuggi fuggi e alcuni manifestanti, fra cui anche genitori con i figli delle scuole medie, avrebbero rischiato di essere schiacciati sul cantiere della metropolitana. In azione gli agenti antisommossa.
"Sono stati attimi di paura, mio figlio è ancora scosso - dice Giovanni Guadagna, che ha partecipato alla manifestazione - Siamo dovuti fuggire. Questo gruppo di giovani vestiti di nero ha fatto irruzione nella zona di via Ruggero Settimo nei pressi dell’ex palazzo dell’Msi".
A Trapani, i ragazzi hanno anche deciso di radunarsi alle 18 in Piazza Vittorio: in bicicletta verranno percorse le vie della città per sollecitare l'attenzione del territorio e dei politici sul tema del surriscaldamento globale e sulle pratiche necessarie per un uso consapevole e misurato di ogni risorsa che il pianeta ci offre.
Ad Agrigento, gli studenti si sono dati appuntamento in piazza Marconi alle 8,30. Il corteo ha poi attraversato via Atenea per giungere a piazza Pirandello dove i rappresentanti delle scuole incontreranno il sindaco Calogero Firetto. Presenti alla manifestazione gli studenti del Liceo Scientifico e Linguistico Leonardo, Liceo Scientifico e delle Scienze Umane 'Politi', il Liceo Classico 'Empedocle', l'istituto Tecnico Commerciale e per Geometri 'Foderá- Brunelleschi', l'istituto Tecnico Commerciale e Tecnologico 'Leonardo Sciascia', l'istituto 'Fermi' e l'alberghiero 'Pirandello' di Bivona.
A Messina, un corteo ha preso il via da piazza Antonello con migliaia di studenti e anche il personale delle scuole iscritto alle sigle sindacali che hanno indetto la protesta: Flc Cgil, Sisa (sindacato indipendente Scuola e Ambiente), Usi (Unione sindacale italiana), Usi Surf, Cobas.
E gli studenti, nella loro protesta, sono appoggiati anche dal ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti che ha mandato una circolare ai presidi di tutte le scuole invitandoli a giustificare le assenze degli studenti che partecipano allo sciopero per il clima.
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