La procura di Agrigento ha disposto il sequestro della nave della Open Arms ferma davanti a Lampedusa e l’evacuazione immediata dei profughi a bordo. Le operazioni di soccorso a 47 tunisini in difficoltà, avvistati a circa 3 miglia dalla costa, ritarderanno lo sbarco dei profughi che sono ancora a bordo. La Guardia costiera è impegnata nel trasbordo dei migranti tratti in salvo. Concluso l’intervento, verranno avviate le procedure per fare avvicinare la Open Arms e così procedere allo sbarco. «Finalmente l’incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra». Lo scrive Open Arms su twitter La decisione del sequestro è stata presa al termine di un vertice che si è svolto alla Capitaneria di Porto di Lampedusa tra il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che nel pomeriggio aveva fatto una ispezione sulla nave con uno staff di medici, e i vertici della Capitaneria. Secondo quanto, si apprende, oltre all’inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Il reato, previsto dall’articolo 328 del codice penale, punisce «il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni». Il sequestro preventivo dell’imbarcazione, ferma da giorni davanti a Lampedusa con i profughi a bordo, è stato disposto "per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze". Il fascicolo sarebbe a carico di ignoti: i magistrati stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi che, dopo la decisione dei pm, verranno fatti scendere a terra.