I 27 minori non accompagnati sono stati portati dalla polizia nell’hotspot dell’isola, in contrada Imbriacola a Lampedusa. Quattordici di loro sono stati trasbordati nella motovedetta della Guardia Costiera e tredici in quella della Guardia di Finanza. Si tratta di 13 eritrei, 5 sudanesi, due del Ciad, due del Gambia, un ghanese, un maliano, un nigeriano, un etiope e un egiziano. "Terminata evacuazione dei minori non accompagnati. Che poi sarebbero ragazzi di 16, 17 anni. Soli. Molte lacrime. Hanno lasciato amici e compagni di viaggio. Vi auguriamo il meglio. E andiamo avanti. Per tutti". E’ quanto scrive su twitter Open Arms Italia.
"Mi riferiscono da Lampedusa che dei 27 immigrati per i quali è stato ordinato lo sbarco in quanto minorenni, già 8 si sono dichiarati maggiorenni! Vedremo gli altri... Dopo i malati immaginari, ecco i 'minorenni immaginari! Mentre altri cedono, io non cambio idea", dice Salvini
Il premier questa mattina ha inviato una nuova lettera a Matteo Salvini in cui ribadisce che è necessario che sia autorizzato lo sbarco immediato delle persone di età inferiore agli anni 18 presenti a bordo della nave Open Arms.
E conferma che dalla Commissione europea ci è stata confermata la disponibilità di una pluralità di Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna) a condividere gli oneri dell’ospitalità per tutte le persone di cui ci stiamo occupando, anche indipendentemente dalla loro età.
E Matteo Salvini ha risposto, ribadendo che la linea del Viminale non cambia. Da fonti del Viminale si fa rilevare che "l'imbarcazione con bandiera spagnola di una ong spagnola ha preferito restare in mezzo al Mediterraneo per 16 giorni anziché dirigersi direttamente verso la Spagna. Una scelta politica a danno dell’Italia e sulla pelle degli immigrati, come già successo in passato. Eppure, il presidente del Consiglio ha scritto un’altra missiva a Salvini per chiedere di far scendere a terra i minori, che fino a certa identificazione sono da considerare presunti".
Il via libera allo sbarco di queste persone è "esclusiva responsabilità del presidente Conte, che sollecitava un intervento quando la nave si trovava ancora in acque internazionali. Mentre Madrid non muoveva un muscolo, a Roma si moltiplicavano le pressioni", aggiungono le fonti. Per le quali, "l'indirizzo politico di Salvini, supportato giuridicamente, è diverso da quello del presidente del Consiglio. Già lunedì il ministro auspica novità a proposito del ricorso sulla decisione del Tar del Lazio, ed è certo che la linea della fermezza e della difesa dei confini e della dignità dell’Italia è condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese".
E ancora: "Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della Open Arms" e "darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all'esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirti che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l'affermazione delle ragioni di diritto che ho avuto modo di esporti".
E sull'argomento intervengono anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Monsignor Giovanni Ricchiuti, Presidente Nazionale di Pax Christi. "Quello che sta avvenendo con le 138 persone da troppi giorni stipate sulla Nave Open Arms senza possibilità di essere sbarcate ci sembra una provocazione impietosa e disumana".
"Un anno fa - ricordano in una nota - il 22 agosto, avevamo scritto: 'La situazione in cui versano le 177 persone imbarcate nella nave Diciotti, a cui viene impedito di mettere piede a terra, ci retrocede - come tante altre vicende recenti e meno recenti - nel grado di civiltà e di umanità. Oggi - sottolineano - ci ritroviamo a dire le stesse cose per la Open Arms. E ancora oggi le persone continuano a morire in mare! Non vogliamo intrometterci nelle valutazioni della Procura nè nelle questioni partitiche, in questi giorni molto tese. Vogliamo però ribadire che le persone si soccorrono e si accolgono. E’ questo il dovere della politica, ma è anche il compito di un popolo che ha dimostrato tante volte la sua vocazione all’ospitalità. Fino a quando - si chiedono Don Ciotti e Monsignor Ricchiuti - dovremmo assistere a queste impietose e disumane provocazioni? Le inadempienze della politica non possono ricadere sulle spalle degli ultimi e degli indifesi, usati oggi come strumenti di ricatto per bassi giochi di potere".
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