I diritti dei minori attualmente a bordo della Open Arms di essere accolti in strutture idonee, di avere nominato un tutore e di ottenere il permesso di soggiorno «evidentemente vengono elusi», «nella condizione di disagio fisico e psichico descritta dal medico di bordo che ha riferito della presenza di minori con ustioni, difficoltà di deambulazione, con traumi psichici gravissimi in conseguenza alle terribili violenze subite presso i campi di detenzione libici».
E’ quanto scrive - secondo quanto riferisce la stessa Open Arms - il Tribunale per i minori di Palermo nella risposta al ricorso presentato dai legali della Ong il 7 agosto. Lo stesso Tribunale, sempre secondo la Ong, descrive un «respingimento» di fatto e chiede «chiarimenti ai ministri» rispetto ad una situazione giudicata illegittima.
Nel ricorso veniva richiesto lo sbarco immediato per i 32 minori a bordo della nave e la nomina di un tutore per i 28 non accompagnati. In una nota il Tribunale ricorda che «come è ben noto le Convenzioni internazionali a cui l’Italia aderisce e soprattutto l’art. 19 comma 1 Bis d.Lvo 286/98 come integrato dall’articolo 3 della legge 47/17, impongono il divieto di respingimento alla frontiera o di espulsione dei minori stranieri non accompagnati, riconoscendo loro, invece il diritto ad essere accolti in strutture idonee, nonchè di aver nominato un tutore e di ottenere il permesso di soggiorno.
Evidentemente - continua - tutti questi diritti vengono elusi a causa della permanenza dei suddetti a bordo della nave Open Arms».
E ancora: «deve evidenziarsi come i suddetti minori si trovino in prossimità delle frontiera con lo Stato italiano impossibilitati a farvi ingresso per il divieto comminato in data 1 agosto 2019 dalle autorità italiane al capitano della nave sulla quale sono imbarcati e, quindi, in una situazione che equivale, in punto di fatto, ad un respingimento o diniego di ingresso ad un valico di frontiera». Allo stato il Tribunale ha ritenuto di chiedere chiarimenti ai ministri e «di conoscere quali provvedimenti le autorità in indirizzo intendano adottare in osservanza della normativa internazionale e italiana sopra richiamata».
«E' chiaro - conclude Open Arms - che ci troviamo di fronte, come noi stessi ribadiamo da giorni, ad una violazione grave dei diritti dei minori, costretti a rimanere da ormai 12 giorni a bordo della nostra imbarcazione senza poter raggiungere un porto sicuro. Riteniamo quella del Tribunale una risposta importante e attendiamo anche noi di conoscere in che modo le autorità italiane intendano agire per tutelare diritti riconosciuti, così come dovrebbe avvenire in ogni democrazia liberale europea».
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