Prima la Alan Kurdi, poi la Open Arms. In poche ore il governo ha imposto due divieti di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane. L'ultimo provvedimento è stato firmato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e dai colleghi Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta nei confronti della nave della Ong catalana che ha recuperato oltre 50 persone quando il gommone che li trasportava correva il rischio di affondare.
Dopo i 40 recuperati dalla Alan Kurdi, altri 52 migranti sono stati salvati da una nave al largo della Libia: si tratta di 34 uomini, 16 donne e due bambini soccorsi da Open Arms. "Stavano affondando, l'acqua stava entrando nel gommone, ma siamo arrivati in tempo - ha twittato il fondatore della Ong catalana Oscar Camps - Sono al sicuro e ora abbiamo bisogno di un porto sicuro".
Il gommone soccorso da Open Arms si trovava a circa 70 miglia dalle coste di Zuwarah, in acque internazionali, e la sua posizione è stata segnalata alla Ong catalana da Alarm Phone, il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà. In mattinata, ha scritto su twitter Alarm Phone, "siamo stati chiamati da circa una cinquantina di persone che erano in difficoltà nel Mediterraneo centrale". I migranti "erano partiti dalla Libia la scorsa notte e una volta ottenuta la loro posizione Gps - dice ancora Alarm Phone - abbiamo informato le autorità e Open Arms che era nelle vicinanze".
Intanto, in un tweet Sea Eye polemizza con il governo italiano, che "chiede a Malta di intervenire per la Alan Kurdi anche se la nave è di fronte a Lampedusa e Malta è distante 20 ore di navigazione". "La bizzarra vita quotidiana nel Mediterraneo", commenta ironicamente la ong tedesca, aggiungendo che "un'insopportabile disputa viene combattuta sulle spalle dei rifugiati". Nel messaggio la Guardia costiera segnala che la Alan Kurdi si trova in area sar maltese ed invita le autorità dell'isola a "valutare ed agire per ogni possibile caso medico".
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