
Un distributore di benzina a Palermo. Era lì che si riuniva la loggia segreta su cui ruota l’inchiesta che mercoledì ha portato a sette fermi per associazione mafiosa e concorso esterno.
Nell’impianto di carburanti Eni di Bonagia, come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, massoni, amici dei mafiosi e altri personaggi cercavano soluzioni per tutelare i loro interessi. L’impianto di carburanti è stato tenuto d’occhio dai carabinieri del Ros, e lì sono stati intercettati il funzionario regionale massone Lucio Lutri e altri personaggi che chiedevano favori e promettevano interventi.
Lì si sarebbero discusse due questioni care a due imprenditori ritenuti vicini alla cosca di Licata: la restituzione dei beni sequestrati ad Angelo Stracuzzi ed i controlli ripetuti nell’allevamento di Giacomo Casa, uno degli arrestati.
La rete di favori avrebbe portato anche ad un caso di corruzione: mafiosi e massoni, infatti, si sarebbero messi d'accordo per ridurre un debito e per questo cercavano un accordo con un legale. Per ora è solo un'ipotesi, come precisano gli stessi inquirenti.
Persone:
2 Commenti
Calogero
02/08/2019 16:16
ci sono covi mafioso dove si danno appuntamento e nessuno interviene tipo questi dei distributori di benzina che non li individuano xchè mettono porta nome nome di gente pulita.
Marco
02/08/2019 16:26
Guardateli bene in faccia. Tutto fanno, tranne che cercarsi un lavoro onesto.