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Maturità, i siciliani faticano: matematica e italiano tabù per uno su due

Il livello di istruzione dei giovani italiani mostra un Paese spaccato. Emerge dai dati presentati alla Camera dall’Invalsi, l’ente di valutazione del sistema d’Istruzione. Le scuole del Nord riescono a mantenere un buon livello degli studenti durante tutto il percorso mentre al Sud, con Campania, Calabria e Sicilia in testa, la metà degli studenti arriva alla Maturità con l’insufficienza sia in italiano che in matematica. L’Invalsi per la prima volta ha valutato i ragazzi che hanno appena affrontato la maturità.

A livello nazionale, gli allievi dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma questa quota supera il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria.
I dati dicono inoltre che in alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) c'è un maggior numero di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in Matematica e Inglese.

Mentre i bambini delle elementari hanno buoni risultati a scuola in Italiano, molto simili in tutto il Paese, per Matematica si riscontrano valori più bassi della media nazionale in alcune regioni del Mezzogiorno (Campania e Sardegna), una tendenza che diviene più evidente nei gradi scolastici successivi.

Nelle classi V della scuola primaria aumentano le differenze dei risultati medi con una polarizzazione degli esiti tra le regioni centro-settentrionali e quelle del Mezzogiorno. In alcune regioni del Sud, in particolare Campania, Calabria, Sicilia, l'Istituto osserva un numero elevato di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in Matematica.

Per quanto riguarda l'inglese, sono buoni i risultati degli allievi della scuola primaria italiana e rispetto allo scorso anno si registra un miglioramento nelle prove di ascolto. L'88,3% degli allievi della V elementare raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l'84% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening). Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l'85%.

Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l'87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud. Rispetto al 2018 l'Invalsi riscontra un apprezzabile miglioramento soprattutto nella prova di ascolto (listening) della V primaria, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Secondo l'Istituto l'introduzione delle prove d'Inglese al termine del ciclo primario ha favorito una maggiore attenzione verso l'ascolto (listening) rispetto a quanto avveniva nel passato.

Meno brillanti, invece, i risultati nella prova di lettura in inglese all'ultimo anno della scuola secondaria superiore: il 51,8% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2, il 10,6% non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola. In Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 31%, al 34,8% e al 34,1%.
Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale nella percentuale di allievi con risultati molto bassi. Infatti le percentuali di allievi che non raggiungono il B1 sono: Calabria 21,7%, Sicilia 18,2% e Sardegna 20%.

Nella prova di ascolto (listening) solo il 35% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2, traguardo previsto alla fine della scuola secondaria di secondo grado. Invece, il 25,2%, cioè uno studente ogni quattro, non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza basso dopo 13 anni di scuola. In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 19,9%, al 14,6%, al 14,8% e al 20,7%, a fronte del 49,3% del Veneto. Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale della percentuale di allievi con risultati molto bassi (non raggiunge il B1). Infatti le percentuali di allievi che non raggiungono il B1 sono: Campania 41,7%, Calabria 47,7%, Sicilia 46,7% e Sardegna 40,8%, a fronte del 10,9% del Veneto.
L'Invalsi rileva una considerevole differenza tra gli esiti della prova di lettura (reading) e quelli della prova di ascolto (listening). Questi esiti fanno pensare alla prevalenza di una didattica maggiormente legata alla frequentazione dei testi scritti. Con l'eccezione delle province autonome e del Friuli-Venezia Giulia, la percentuale di studenti al livello B1 del QCER non si differenzia molto nelle diverse aree del Paese.
Grandi differenze, invece, nelle percentuali degli allievi che non raggiungono il B1 o di quelli che raggiungono il B2 (traguardo previsto per tutti gli indirizzi di studio dalle Indicazioni nazionali).
Le prove INVALSI 2019 hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 555.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III), circa 525.000 studenti della classe II della scuola secondaria di secondo grado e circa 475.000 studenti dell'ultima classe della scuola secondaria di secondo grado.

Invalsi evidenziano "innegabili motivi di preoccupazione", ha detto il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, alla presentazione dei dati. "L'Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci", ha proseguito il ministro.
"Come ministero - ha proseguito Bussetti - siamo convinti dell'importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all'insostituibile ruolo della valutazione dei docenti. Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli. Credo sia un obiettivo sul quale abbiamo lavorato.
Quest'anno l'illustrazione dei risultati Invalsi presenta motivi di novità e interesse". "Oltre ad alcuni innegabili segnali di preoccupazione, i risultati contengono anche alcune tendenze incoraggianti e spunti di immediato intervento migliorativo", ha spiegato il ministro.
"La valorizzazione del sistema nazionale di valutazione, di studenti, scuole, docenti, dirigenti scolastici, è una delle priorità strategiche che ho individuato nell'Atto di Indirizzo politico per il 2019. Per legare un buon sistema di valutazione degli apprendimenti al miglioramento del sistema di istruzione è fondamentale coinvolgere tutta la comunità scolastica affinché si senta protagonista, in piena collaborazione con le famiglie e gli studenti. Ed è quello che stiamo facendo, con l'obiettivo di proporre eventuali regolazioni del Sistema Nazionale di Valutazione", ha concluso.

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