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Migranti, nuovo scontro Sea Watch-Salvini: "Nave illegale vada a Tripoli". La Ong: "Lo quereliamo"

Nuovo scontro fra il ministro dell'Interno Matteo Salvini e la Ong Sea Watch, che minaccia querele.

La nave della Ong ieri ha soccorso 52 migranti e si trova al largo della Libia, a un centinaio di miglia da Lampedusa. Salvini ribadisce la linea dei "Porti chiusi": «La nave illegale, dopo aver imbarcato 52 immigrati in acque libiche, si trova ora a 38 miglia dalle coste libiche, a 125 miglia da Lampedusa, a 78 miglia dalla Tunisia e a 170 miglia da Malta. Le autorità libiche hanno assegnato ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco. Se la nave illegale Ong disubbidirà, mettendo a rischio la vita degli immigrati, ne risponderà pienamente».

La Ong Sea Watch fa sapere di essere pronta a querelare per diffamazione a mezzo stampa il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lo annunciano i suoi legali Alessandro Gamberini e Leonardo Marino.

«A seguito del soccorso di 53 naufraghi da parte della Sea-Watch 3, il Ministro Salvini ha rilasciato, ancora una volta, innumerevoli dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa insultando la Ong e l’operato della sua nave; operato che si sostanzia, sempre, in legittima attività di soccorso e salvataggio», affermano i due legali in una nota.

Le autorità libiche «non hanno dato alcuna indicazione alla nave della Ong da noi rappresentata la quale ha rispettato la vigente normativa internazionale che, come oramai noto, vieta il trasbordo e lo sbarco in territorio libico».

Il Ministro «sa bene che fare rientrare chi fugge da guerre, violenze e soprusi in un paese che non è qualificato come «Porto Sicuro», in costante guerra civile, costituisce una gravissima violazione dei diritti umani, del diritto del mare e del diritto dei rifugiati».

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