La Cassazione a sezioni unite ha confermato la sentenza della Corte dei Conti che condanna gli ex deputati regionali Giulia Adamo e Livio Marrocco a restituire le somme che avrebbero indebitamente utilizzato quando erano all'Ars.
Adamo, come riporta il Giornale di Sicilia in edicola, deve restituire 49 mila euro, mentre Marrocco ha già pagato, lo scorso ottobre, i 165 mila euro che gli erano stati contestati. La Suprema Corte ha stabilito che la responsabilità "è quella propria di chi, avendo conseguito la materiale disponibilità del denaro ne abbia in qualche modo fatto un uso non accorto".
Adamo e Marrocco avevano presentato ricorso avverso la decisione della Corte dei Conti che secondo loro avrebbe violato "il principio di insindacabilità delle attività poste in essere dai deputati regionali nell' esercizio delle loro funzioni". Adesso, però, è arrivata la decisione dell'inammissibilità dei ricorsi presentati, con la Cassazione che ha sentenziato che "la prerogativa dell' insindacabilità non riguarda affatto l'attività materiale di gestione delle risorse finanziarie, che resta assoggettata alla ordinaria giurisdizione di responsabilità civile, penale e contabile".
A Giulia Adamo sono state contestate spese per l' acquisto di cravatte, carrè di seta, pernottamenti in hotel e affitto di sale convegni, spese alla bouvette dell' Ars, contributi a deputati regionali e collaboratori del gruppo parlamentare. L' ex deputato regionale marsalese, per cui prosegue il processo penale davanti il Tribunale di Palermo (a difenderla è l' avvocato Luigi Cassata), si difende affermando: "Quella della Cassazione è una decisione che non condivido, ma rispetto. Non ho mai speso un solo centesimo per spese personali".
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