Era "una ferita da guerra" quella sul corpo di Noemi, giunta venerdì pomeriggio nell’ospedale Santobono dopo che un proiettile le aveva trapassato entrambi i polmoni. Lo ha detto Giovanni Gaglione, primario di chirurgia pediatrica del Santobono, che ha operato nella notte tra venerdì e sabato la piccola estraendole il proiettile calibro 9, del tipo 'full metal jacket', in cui il piombo interno è rivestito da un metallo più duro. Tenuto conto della gravità del quadro iniziale, emerge come elemento positivo - secondo i medici - la stabilità del quadro ematologico. Non ci sono emorragie interne e la bimba non ha avuto bisogno di nuove trasfusioni. Tuttavia "la situazione rimane critica e la prognosi riservata", chiarisce Massimo Cardone, primario della terapia intensiva del Santobono. A preoccupare è la situazione dei polmoni, entrambi perforati, e dai quali non è stato possibile rimuovere tutti i microframmenti ossei e del tessuto del vestito. "C'è quindi un rischio di infezioni che stiamo combattendo con una terapia mirata di antibiotico", sottolinea Cardone. Il fenomeno criminale a Napoli, con particolare riferimento all’agguato in un cui è rimasta gravemente ferita la piccola Noemi, sarà al centro di una riunione operativa convocata dal procuratore Giovanni Melillo, che sta per prendere il via negli uffici della Procura. Melillo ha convocato il questore, i comandanti provinciali e i responsabili investigativi per fare il punto sulla situazione alla luce degli ultimi accadimenti.