Corruzione elettorale: condannati in 16, anche gli ex parlamentari regionali Clemente e Dina
Si è concluso con la condanna di 16 dei 22 imputati a pene comprese tra gli 8 mesi e i 10 anni e 10 mesi di carcere il processo 'Agorà', nato da un'inchiesta del 2015 della Procura di Palermo che ipotizzò i reati di corruzione elettorale aggravata, malversazione, millantato credito e peculato. L'indagine, coordinata dal pm Amelia Luise, coinvolse 28 persone tra cui gli ex deputati regionali Roberto Clemente, già condannato in abbreviato, Nino Dina, oggi condannato a 8 mesi, e l'ex parlamentare di Grande sud Franco Mineo, anche lui condannato a 8 mesi. Imputato anche Giuseppe Bevilacqua, condannato a 10 anni e 10 mesi, personaggio centrale dell'indagine. Queste le condanne emesse dalla quinta sezione del Tribunale, presieduta da Donatella Puleo: a 4 anni e 6 mesi è stata condannata Teresa Bevialcqua, a 4 anni e 5 mesi Anna Brigida Ragusa, a 4 anni e un mese Pietra Romano, a 4 anni Giusto Chiaracarne, a 2 anni e 6 mesi Domenico Noto, Giuseppa Genna e Salvatore Ragusa, a un anno e 4 mesi Natale Gambino, a un anno Giuseppe Antonio Enea, a 8 mesi Carmelo Carramusa, Salvatore Cavallaro, Onofrio Donzelli e Vincenzo Di Trapani. Assolti Pietro Cosenza, Enzo Fantauzzo, Salvatore Machì, Fernando Vitale, Salvatore Zagone e Agostino Melodia. Bevilacqua fallì per una manciata di voti l'elezione al consiglio comunale di Palermo ma, secondo l'accusa, avrebbe cercato di far fruttare il 'tesoretto' di preferenze incassate nella successiva campagna elettorale per le regionali. Il metodo ideato dall'aspirante consigliere comunale non era molto dispendioso. "Centocinquanta euro per trenta voti", spiegava in un'intercettazione elencando i costi sostenuti. Praticamente 5 euro a voto. Secondo la Procura, avrebbe utilizzato per la sua campagna elettorale per le comunali 2012 anche i generi alimentari del "Banco opere di carità" all'insaputa dei volontari. Regalava pacchi di pasta, oppure li vendeva a prezzi stracciati agli stessi poveri che ne avrebbero dovuto usufruire. Il parmigiano, invece, lo teneva per se'. Secondo l'inchiesta, condotta dalla Finanza, Bevilacqua avrebbe messo a disposizione di Dina, Mineo e Clemente i suoi pacchetti di voti, alle regionali del 2012, in cambio di finanziamenti per le proprie associazioni e incarichi a familiari. Queste le pene inflitte dal tribunale ai coimputati: a 4 anni e 6 mesi è stata condannata Teresa Bevialcqua, a 4 anni e 5 mesi Anna Brigida Ragusa, a 4 anni e un mese Pietra Romano, a 4 anni Giusto Chiaracarne, a 2 anni e 6 mesi Domenico Noto, Giuseppa Genna e Salvatore Ragusa, a un anno e 4 mesi Natale Gambino, a un anno Giuseppe Antonio Enea, a 8 mesi Carmelo Carramusa, Salvatore Cavallaro, Onofrio Donzelli e Vincenzo Di Trapani. Assolti Pietro Cosenza, Enzo Fantauzzo, Salvatore Machì, Fernando Vitale, Salvatore Zagone e Agostino Melodia.