Inchiesta di Castelvetrano, l'Asp di Trapani sospende i dipendenti coinvolti. E Razza annuncia un'ispezione
Dipendenti dell'Asp di Trapani coinvolti nell'inchiesta sulla superloggia segreta a Castelvetrano. E se da un lato l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza annuncia un'indagine ispettiva, dall'altro il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria provinciale, Fabio Damiani annuncia di aver già preso provvedimenti sospendendo i lavoratori. Si tratta di Vincenzo Chiofalo e Giorgio Saluto, il primo finito ai domiciliari, il secondo è destinatario di una misura interdittiva. Ma non sono gli unici nomi finiti nell'inchiesta e legati all'Asp di Trapani. "In merito al componente del Collegio sindacale, Gaspare Magro (finito in carcere, ndr), l'Asp di Trapani - si legge in una nota del commissario straordinario - sta adottando i dovuti provvedimenti a tutela dell'azienda, chiedendo all'Assessorato regionale e al Ministero per la Salute, la sostituzione del componente, così come dovuto, ritenendo incompatibile questo incarico con la misura restrittiva della libertà personale, come appreso dagli organi di stampa". Coinvolti nell'inchiesta anche altri soggetti privati che hanno rapporti con l'Asp di Trapani. In questo caso, annuncia Damiano "si procederà agli adempimenti conseguenziali nell'attesa di conoscere il contenuto del provvedimento, già richiesto all'autorità giudiziaria, così come indicato anche dall'Assessore regionale alla Sanità". Nel frattempo l'assessore Razza ha disposto un'ispezione. "La stampa - commenta - informa di condotte che riguarderebbero scelte adottate in passato dalle Aziende sanitarie e ritengo indispensabile valutare se sussistano provvedimenti amministrativi da adottare nei confronti di dipendenti, di soggetti che hanno ricevuto incarichi, di erogatori privati. Ho disposto - su indicazione del presidente Musumeci - una indagine ispettiva affidata al direttore generale dell'Asp di concerto con il dipartimento delle Attività Sanitarie, anche al fine di valutare condotte consimili". Sull'inchiesta è intervenuto oggi anche il presidente della Regione Nello Musumeci. "Le indagini della magistratura condotte su ambienti e uomini politici sono sempre una garanzia per la buona politica. Garanzia di costante monitoraggio, controllo, verifica ma anche deterrenza, specie in una terra assai difficile come la Sicilia. Ma attenti a non trasformare l'indagato in colpevole". E ancora: "Voglio essere più chiaro: mi fanno paura i politici giacobini, i sanculotti in servizio permanente, quelli che come iene e sciacalli aspettano, dietro l'angolo, la notizia di giornale per emettere sentenze di condanna e dare lezioni di moralità. I moralisti per professione sono una brutta categoria: usano la giustizia inquirente come arma politica per colpire un avversario altrimenti invulnerabile o per coprire proprie inefficienze, colpe e persino doli, come fatti anche recenti dimostrano".