La maxi-inchiesta dei magistrati di Termini Imerese, conclusa con l'avviso per 96 persone ha uno stralcio in cui il pm Annadomenica Gallucci, coordinata dal procuratore Ambrogio Cartosio, aveva ritenuto necessarie le misure cautelari.
Ma il Gip Stefania Gallì è stata di avviso diverso, ha ritenuto fondate le contestazioni e sussistenti gli indizi, per quasi tutti i reati, ma non le esigenze cautelari.
È quanto si legge in un articolo di Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia in edicola. Alla fine sono stati sospesi per dodici mesi dalle funzioni di dipendenti comunali il «capo elettore» Agostino Rio e il collega Salvatore Caltagirone.
Complessivamente sono 96 gli indagati, tra assessori, deputati e sindaci. Nell'inchiesta figura anche l'ex presidente della Regione Totò Cuffaro, scarcerato nel dicembre del 2015 dopo avere scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia. Con lui sono indagati anche l'assessore regionale territorio, Toto Cordaro; il capogruppo all'assemblea regionale di "Diventerà Bellisima" (lista che fa capo all'attuale Governatore Nello Musumeci) Alessandro Aricò; gli ex coordinatori della Lega in Sicilia Alessandro Pagano e Angelo Attaguile; il candidato (non eletto) del Pd alle regionali, Giuseppe Ferrarello; il sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, sostenuto da uno schieramento di centro destra. Tra gli indagati anche Loredana Bellavia, che quando il caso è esploso si è dimessa da assessore comunale.
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