«Lui era un tipo manesco, un violento. Più volte avevamo consigliato alla sua compagna di lasciarlo. Pensavamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa di grave, ma mai fino a questo punto». I vicini di casa di Patrizia e Crocifisso non riescono ancora a crederci: tante volte avevano sentito la coppia litigare, ma che l’uomo arrivasse ad accoltellare la convivente per quattordici volte era al di là della loro immaginazione. Eppure è successo oggi, a Torino, in una palazzina del quartiere Borgo Vittoria. Il giorno dopo la Festa della Donna. Il giorno dopo gli scioperi, i cortei, i post su Facebook e le tante parole pronunciate contro gli abusi, le sopraffazioni, le discriminazioni, le violenze di genere. Lei, Patrizia, 54 anni, originaria di Pinerolo (Torino), badante, è stata portata in ospedale, dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico; la prognosi è riservata. Lui, Crocifisso, cinquantottenne, nato a Gela, senza occupazione, è stato arrestato dai carabinieri per tentato omicidio. Quella che era divampata nell’appartamento di via Rulfi era una delle ormai innumerevoli liti che avevano scandito una convivenza cominciata 23 anni fa. La coppia, che aveva avuto due figli (di 20 e 22 anni), ormai era tale solo sulla carta: quattro mesi fa Patrizia aveva detto 'basta' e l’uomo, subito dopo Natale, era tornato in Sicilia dai parenti. Il 6 marzo, però, era rientrato a Torino per sbrigare delle faccende personali. Secondo quanto sono riusciti ad appurare gli investigatori dell’Arma, oggi Patrizia avrebbe detto all’ex convivente non solo che voleva troncare definitivamente la relazione, ma che aveva conosciuto un altro uomo. E’ stato allora che Crocifisso ha usato il coltello: almeno quattordici sono stati i colpi contati dai soccorritori del 118. La sua furia è stata tale che lui stesso, mentre brandiva l’arma, si è ferito a una mano. I vicini, allarmati dalle urla, hanno chiamato i carabinieri. Lo ha fatto anche Crocifisso: «Ho accoltellato la mia compagna, venite». Poi si è seduto sulle scale del condominio ad aspettare. Altre volte in passato le forze dell’ordine sono andate in via Rulfi. Sempre su richiesta dei condomini, che sentivano i litigi e, spesso, raccoglievano le confidenze di Patrizia, ormai esasperata. Sembra però che la donna non abbia mai voluto firmare una denuncia formale.