Un marocchino detenuto in carcere a Modena ha chiesto di non essere espulso, dichiarando di essere omosessuale e di rischiare gravi conseguenze se rimpatriato nel suo Paese, ma il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto la domanda: secondo i giudici «non c'erano prove», dice il suo difensore, l’avvocato Mariagrazia Petrelli.
Il detenuto, condannato per reati di droga, dovrà essere espulso a fine pena, a giugno. La sua situazione è stata discussa in udienza giorni fa, davanti al tribunale (presidente Antonietta Fiorillo) e in aula il sostituto procuratore generale Valter Giovannini si era opposto, motivando che mai in precedenza il detenuto aveva fatto cenno alla cosa.
Del medesimo parere è stato il tribunale che ha respinto la domanda, argomentando tra l’altro che il detenuto, anche nella sua istanza, aveva fatto riferimento a una fidanzata in Italia.
Secondo il difensore, però, si era trattato di una scusa, dovuta alla fretta di impugnare il provvedimento, arrivato durante le vacanze di Natale. In seguito il legale ha predisposto un nuovo atto e le dichiarazioni sull'omosessualità sono state ribadite dal suo assistito in udienza, ma i giudici non l’hanno accolto.
Il difensore spiega che a questo punto non farà ricorso in Cassazione perché l’espulsione «è un provvedimento esecutivo».
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