L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato a sei anni con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito in uno dei filoni dell’inchiesta Mondo di mezzo.
La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione penale del tribunale di Roma. Gianni Alemanno è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, per due anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. È quanto disposto dai giudici della II sezione penale. I magistrati hanno anche deciso l’interdizione legale per tutta la durata della pena.
L'ex sindaco di Roma dovrà risarcire sia Ama che Roma Capitale ed è stata fissata una provvisionale di 50mila euro sia per la municipalizzata che per il Campidoglio. Ad Alemanno sono stati anche confiscati 298mila euro.
"Una sentenza sbagliata. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l’ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado". Lo ha detto l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno
dopo la lettura della sentenza che lo condanna a sei anni.
Alemanno, secondo il pm applicato Luca Tescaroli (dallo scorso novembre procuratore aggiunto a Firenze), che aveva chiesto 5 anni di reclusione (4 anni e mezzo per corruzione più altri 6 mesi per finanziamento illecito), è stato "l'uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale in ragione del suo ruolo apicale di sindaco, nel periodo 29 aprile 2008 - 12 giugno 2013" e anche perchè successivamente, una volta diventato consigliere comunale di minoranza in seno al Pdl, è rimasto "il punto di riferimento" del 'ras' delle cooperative Salvatore Buzzi.
Il pm, in sede di requisitoria, aveva chiesto al tribunale di confiscare la somma di 223.500 euro, l’equivalente del prezzo della corruzione. Sono le erogazioni ricevute sul conto corrente della Fondazione Nuova Italia e del suo mandatario elettorale Fabrizio Pescatori, che Alemanno avrebbe ricevuto da società riconducibili ai corruttori Buzzi, Massimo Carminati, e a soggetti economici che agivano in accordo con il 'ras' delle cooperative tra il 2012 e il 2014. Di questi soldi, poco più di 60mila euro sarebbero finiti direttamente sul suo conto in banca. Poi c'è un finanziamento di 10mila euro dati da Formula Sociale.
Per conto di Alemanno, presente in aula, ha voluto replicare l’avvocato Pietro Pomanti, che ha insistito per l’assoluzione con la formula più ampia. Alemanno - ha spiegato il penalista - non ha preso soldi e non è un corrotto.
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