Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Lo si apprende da fonti del Viminale. La decisione del tribunale dei ministri arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla procura di Catania.
"L'obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell'immigrazione irregolare", scrive il tribunale dei ministri di Catania. "Le Convenzioni internazionali cui l'Italia ha aderito - sottolineano i giudici - costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato e, in base agli art.10, 11 e 117 della Costituzione, non possono costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell'autorità politica".
Immediato il commento del ministro Salvini. "Ci riprovano, torno ad essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione", ha detto in una diretta Facebook.
"I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri", ha aggiunto. "Chiedo agli italiani se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione. Le politiche dell’immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione".
"Lo ammetto, lo confesso e lo rivendico, ho bloccato lo sbarco - ha poi detto -. E mi dichiaro colpevole dei reati nei mesi a venire, perché non cambio. Rispetto il lavoro dei giudici ma serve chiarimento".
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