Domenica 17 Novembre 2024

Terremoto 4.6 in Romagna, paura nella notte ma solo lievi danni

Una scossa di terremoto molto forte, avvertita distintamente dalle persone, ma che almeno secondo le prime stime non avrebbe provocato danni a cose persone: è stata localizzata 11 km ad est di Ravenna, ma è stata avvertita anche a Bologna, nelle Marche e nel Veneto. Era passata da pochi minuti la mezzanotte quando la scossa ha svegliato la Romagna. L'epicentro è stato localizzato lungo il litorale ravennate, 11 km a est del capoluogo. Secondo le rilevazioni dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) la magnitudo è stata 4.6, con ipocentro a 25 km di profondità. Mezz'ora dopo una replica di minore intensità: 3.0, con epicentro stavolta a 9 km da Cervia. Molte persone, impaurite, hanno abbandonato le case e sono scese in strade. Il Comune di Ravenna ha fatto sapere che oggi in via precauzionale le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse e che al momento si segnalano danni solo di lieve entità senza richieste di soccorso: verifiche strutturali sono in corso sulle situazioni segnalate. Nel corso della giornata verranno effettuati controlli su tutti i circa 90 plessi scolastici del territorio comunale. Al Comune di Ravenna, che insieme a Cervia è quello più vicino all'epicentro del terremoto, il sindaco Michele de Pascale ha immediatamente convocato il centro operativo comunale di protezione civile. Il terremoto è avvenuto in un'area di una zona considerata ad alta pericolosità sismica, spiega l'Ingv. La sismicità storica dell'area non riporta eventi significativi dove si è verificata la scossa, ma nelle aree circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5. Se si osserva invece la storia sismica della città di Ravenna, diversi terremoti hanno prodotto intensità pari o superiori al sesto grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (Mcs), quindi al di sopra della soglia che produce danno agli edifici. La massima intensità storica, pari al settimo-ottavo grado, si è avuta in occasione del terremoto del 22 giugno del 1620.

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