Mercoledì 25 Dicembre 2024

Cesare Battisti in Italia dopo 38 anni: atterrato a Ciampino, sarà recluso a Rebibbia

Cesare Battisti dopo l'arrivo a Ciampino

Atterrato all'aeroporto di Ciampino il Falcon 900 del Governo italiano con a bordo l'ex terrorista Cesare Battisti, in fuga da 38 anni. Testa alta, pizzetto, giubbotto marrone, senza manette ai polsi è dall'aereo circondato da un gruppo di poliziotti. L'arresto di Cesare Battisti non è un "punto d'arrivo ma un punto partenza. Sono sicuro che le forze dell'ordine, con i servizi d'intelligence, potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita", ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini dopo l'arrivo dell'ex terrorista dei Pac a Ciampino. "Oggi penso che l'Italia debba festeggiare, con troppo ritardo", ha aggiunto Salvini. "E' una giornata nel nome della giustizia, dell'onore, del buonsenso. L'Italia ha ritrovato centralità, rispetto e rispettabilità. Sono contento che abbiate potuto vedere ovunque queste immagini, segnale di rinnovata fiducia e giustizia". Il velivolo era partito dall'aeroporto Viru Viru di Santa cruz de la Sierra alle 17 in punto (le 22 italiane). Agenti dell'Interpol boliviana erano giunti nello scalo tre ore prima insieme al detenuto italiano, ed hanno atteso la conclusione dell'operazione di consegna alla polizia italiana insieme all'ambasciatore Placido Vigo e al Difensore del popolo (Ombudsman), Jorge Paz, che aveva inizialmente prospettato un possibile ricorso, poi evidentemente escluso. Battisti sarà portato a Rebibbia. Successivamente non è escluso possa essere trasferito in un carcere milanese, visto che le condanne che lo riguardano furono emesse dalla corte d'assise di Milano e, anche in queste ultime fasi, le indagini coordinate dalla procura generale del capoluogo lombardo sono state decisive per la cattura. "Mi piace dire che è il risultato di un intero Paese, un risultato storico: quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno. Oggi l'Italia va a a testa alta", ha detto a Ciampino poco dopo l'arrivo di Cesare Battisti il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Parliamo di un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi - ha detto - e con la sua fuga ha offeso il Paese. Il momento in cui la giustizia farà il suo corso è quando varcherà la porta del carcere: a quel punto sconterà la pena dell'ergastolo". Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un colloquio telefonico ha ringraziato il collega della Bolivia, Diego Pary, "per l'efficace e solerte collaborazione che le Autorità boliviane hanno garantito nell'arrestare e nel permettere la rapida espulsione verso l'Italia del pluricondannato per omicidio Cesare Battisti". Lo riferisce la Farnesina. "Con l'impegno boliviano - ha aggiunto il ministro - ha encomiabilmente interagito quello altrettanto fondamentale delle autorità brasiliane, alle quali va anche il nostro sentito ringraziamento". "Si è trattato - ha concluso Moavero - di una concreta azione al servizio della giustizia; un'azione corale e condivisa portata avanti con determinazione e discrezione, in uno stretto raccordo di fiducia reciproca e collaborazione con tutte le competenti autorità italiane, incluse le nostre Ambasciate a Brasilia e a La Paz". L'ergastolo è quanto attende Cesare Battisti. Respinte anche le richieste di asilo, avanzate dall'ex terrorista tramite il proprio legale il 18 dicembre scorso e approdate sul tavolo del ministro boliviano il 21. Formalmente l'iter per l'estradizione dal Brasile è cosa chiusa dal 2011. Ma da allora sono stati tanti i colpi di scena senza esito, complice soprattutto il clima politico nel Paese sotto la presidenza Lula. E sull'intero caso ha pesato a lungo il 'veto' all'estradizione posto proprio da Lula: lo stesso tribunale federale brasiliano dichiarò 'estradabile' Battisti, ma stabilì che quel veto, contro cui l'Italia fece ricorso, non era impugnabile. Le cose sono cominciate a cambiare davvero con Temer e poi c'è stata l'inversione di rotta con Bolsonaro.  

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