"Le nostre differenze non sono un danno o un pericolo, sono una ricchezza. Come per un artista che vuole fare un mosaico: è meglio avere a disposizione tessere di molti colori, piuttosto che di pochi!".
Folla di fedeli a Piazza San Pietro per l'Urbi et Orbi di Papa Francesco, la tradizionale benedizione di Natale "alla città e al mondo". Secondo le stime della Gendarmeria in piazza c'erano almeno 50mila persone. Imponenti le misure di sicurezza a Piazza San Pietro: rafforzati i controlli di borse e zaini e come in tutte le più importanti occasioni si ha avuto solo attraverso il metal detector.
Una lunga omelia di Natale nella quale Papa Francesco ha lanciato un "augurio di fraternità tra persone di ogni nazione e cultura", "di diverse religioni" perché "la salvezza passa attraverso l’amore, l’accoglienza, il rispetto per questa nostra povera umanità che tutti condividiamo in una grande varietà di etnie, di lingue, di culture, ma tutti fratelli in umanità".
"Desidero ricordare i popoli che subiscono colonizzazioni ideologiche, culturali ed economiche vedendo lacerata la loro libertà e la loro identità, e che soffrono per la fame e la mancanza di servizi educativi e sanitari". Il Pontefice ha poi rivolto anche «un pensiero particolare" ai "nostri fratelli e sorelle che festeggiano la Natività del Signore in contesti difficili, per non dire ostili, specialmente là dove la comunità cristiana è una minoranza, talvolta vulnerabile o non considerata. Il Signore doni a loro e a tutte le minoranze di vivere in pace e di veder riconosciuti i propri diritti, soprattutto la libertà religiosa".
"L’amata e martoriata Siria" possa "ritrovare la fraternità dopo questi lunghi anni di guerra. La Comunità internazionale si adoperi decisamente per una soluzione politica che accantoni le divisioni e gli interessi di parte, così che il popolo siriano, specialmente quanti hanno dovuto lasciare le proprie terre e cercare rifugio altrove, possa tornare a vivere in pace nella propria patria".
Un pensiero anche «allo Yemen, con la speranza che la tregua mediata dalla Comunità internazionale possa finalmente portare sollievo ai tanti bambini e alle popolazioni stremate dalla guerra e dalla carestia" e "all’Africa - ha detto ancora Papa Francesco -, dove milioni di persone sono rifugiate o sfollate e necessitano di assistenza umanitaria e di sicurezza alimentare. Il Divino Bambino, Re della pace, faccia tacere le armi e sorgere un’alba nuova di fraternità in tutto il continente".
"Il Bambino piccolo e infreddolito che contempliamo oggi nella mangiatoia protegga tutti i bambini della terra ed ogni persona fragile, indifesa e scartata. Che tutti possiamo ricevere pace e conforto dalla nascita del Salvatore e, sentendoci amati dall’unico Padre celeste, ritrovarci e vivere come fratelli!». Così il Papa ha concluso il suo messaggio di Natale nella tradizionale benedizione Urbi et Orbi dalla LOggia della Basilica vaticana.
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