Lunedì 23 Dicembre 2024

Amnesty: "In Italia c'è una gestione repressiva del fenomeno migratorio"

Migranti - Foto Archivio

«Gestione repressiva del fenomeno migratorio», «erosione dei diritti umani dei richiedenti asilo», «retorica xenofoba nella politica», «sgomberi forzati senza alternative». Non è un quadro positivo dell’Italia, quello delineato dal rapporto «La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019», pubblicato da Amnesty International in occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il governo Conte, scrive la ong, «si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio», in cui «le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo». Parlando del Dl sicurezza, Amnesty afferma che contiene misure che «erodono gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti e avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia». Amnesty International Italia segnala inoltre il «massiccio ricorso» da parte di alcuni candidati e partiti politici a «stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti, identitari nel corso della campagna elettorale» di quest’anno. Nel 2018 gli sgomberi forzati «sono continuati», colpendo soprattutto famiglie rom e gruppi di rifugiati e migranti, «senza l’offerta di alternative abitative adeguate da parte delle autorità». La «linea dura» dettata dal nuovo esecutivo sugli sgomberi «rischia di fare aumentare nel 2019 il numero di persone e famiglie lasciate senza tetto e senza sistemazioni alternative». Nel corso del 2018 è proseguita la fornitura di armi a paesi in guerra come Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, esportazioni che violano la legge e il Trattato internazionale sul commercio delle armi» ratificato nel 2014. A settembre è partita la sperimentazione sulle pistole a impulsi elettrici (Taser) in dotazione alle forze di polizia, per le quali l'organizzazione ha espresso preoccupazione sui rischi per la salute».

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